L’Economic Policy Uncertainty Index rileva l’incertezza della politica economica globaleed è un termometro della salute dell’economia di uno Stato. Ecco lo scenario italiano
Purtroppo, tocca all’Italia il primato europeo di instabilità politica. Di certo non è un risultato inaspettato, soprattutto nella fase che il Bel Paese sta attraversando in questo momento. Il governo è in crisi e si fatica a trovare una nuova maggioranza, che possa evitare elezioni anticipate, le quali renderebbero la situazione forse ancora più instabile, almeno per gli investitori. Ma concentriamoci sul lato economico e finanziario di tutto questo: quanto incide l’instabilità politica sui mercati? La risposta ce la danno tre economisti americani che hanno provato a spiegarlo, elaborando un indice che misura il grado di incertezza politica di uno Stato, mettendolo in relazione con le fluttuazioni del mercato finanziario e la crescita economica di un Paese.
Cos’è l’Economic Policy Uncertainty Index? L’idea di costruire un indice che possa misurare l’incertezza economica legata alle politiche nazionali e al sentiment che esse creano è venuta a tre economisti americani, precisamente Scott Baker della Northwestern University, Nick Bloom della Stanford University, e Steven Davis della University of Chicago Booth School of Business. Perché è utile? Perché l’indice tende a toccare dei picchi nei momenti di massima tensione internazionale, che spesso corrispondono ad analoghi stress dei mercati. Inoltre, dimostra che il più delle volte, nelle fasi di picco, le imprese smettono di investire e assumere, mentre i consumatori smettono di consumare, trascinando in basso l’economia. Insomma, i tre economisti vogliono riuscire a intercettare il clima profondo che permea un determinato Paese e, di conseguenza, potrebbe essere molto utile per cercare di precedere eventuali nuove crisi finanziarie.
Com’è composto l’Economic Policy Uncertainty Index? Al fine di misurare l’incertezza economica legata alle politiche nazionali, l’indice viene costruito elaborando e mettendo insieme tre tipi di componenti sottostanti. Una componente è data dal numero di articoli che le maggiori testate giornalistiche hanno dedicato mensilmente all’incertezza sulla politica economica (per l’Italia il Corriere Della Sera e La Repubblica); la seconda componente misura il grado di disallineamento delle previsioni economiche dei maggiori istituti di ricerca e la terza si concentra sull’incertezza sulla politica fiscale da adottare. Inoltre, vengono anche inseriti altri indicatori: dalla volatilità della Borsa ai prezzi dei titoli azionari, da quanto spesso cambiano le previsioni su crescita del Pil all’occupazione.
L’incertezza globale è ai massimi dal 2008. Come siamo messi in questo determinato periodo storico? Le preoccupazioni riguardo alla mancanza di stabilità sono aumentate in tutto il mondo a partire dalla crisi globale. Gli attuali livelli di incertezza politico-economica mondiale hanno toccato dei picchi estremamente elevati rispetto alla storia recente.
Dal 2008, l’incertezza di politica economica è stata infatti in media circa il doppio rispetto ai 23 anni precedenti. Tra Brexit, elezioni europee, lo spauracchio della recessione in Italia e Germania e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, l’incertezza politica è tornata a dominare in tutto il mondo. E anche nei Paesi dove non è sui record storici, la crescita è comunque importante: in Francia è tornata ai massimi dalle elezioni presidenziali del 2017 e in Italia dal 2016. Come si traduce tutto questo sui mercati? Con picchi di volatilità che portano le Borse a navigare tra alti e bassi.
La situazione italiana. Lo ha certificato recentemente anche l’agenzia di rating Fitch: la crescente incertezza legata all’attuale situazione di instabilità politica italiana ha un effetto negativo sull’economia del bel Paese, soprattutto su consumi e investimenti, con timori di brusche frenate su entrambi. Il problema c’è ed è presente da tempo ormai: l’Italia sta crescendo a un ritmo troppo lento e non è riuscita a tornare ai livelli pre-crisi come hanno fatto quasi la totalità degli altri Paesi europei. Inoltre, il periodo di incertezza politica vissuto subito dopo le elezioni del 2018 è andato peggiorando e continua a peggiorare il sentiment degli investitori. Solo nello scorso dicembre, il livello di incertezza misurato dall’indice si è impennato fino a quota 180 (il massimo lo abbiamo avuto nel marzo 2013 a 240 punti). Lo spauracchio delle elezioni anticipate è sempre presente ed esistono fondati motivi di preoccupazione per il futuro. Staremo a vedere.
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