Vorreste investire in azioni ma non siete convinti al cento per cento? Un compromesso c’è: le obbligazioni convertibili. Tutto quello che c’è da sapere per valutare con attenzione
Mai sentito parlare delle obbligazioni convertibili in titoli azionari? Secondo molti investitori, le obbligazioni convertibili sono doppiamente vantaggiose perché possono rappresentare una protezione nelle fasi di mercato ribassiste e un’occasione per beneficiare di quelle rialziste. L’attuale contesto di incertezza economica e le scelte di politica monetaria delle principali banche centrali globali hanno risvegliato l’interesse verso questi particolari strumenti “ibridi”. Ma cosa sono le obbligazioni convertibili? E come funzionano?
Cosa sono le obbligazioni convertibili. Le obbligazioni convertibili si collocano appunto a metà strada tra un’obbligazione e un titolo azionario: sono strumenti finanziari ibridi, che incorporano caratteristiche proprie sia delle obbligazioni che delle azioni. Si chiamano “convertibili” perché nell’arco della loro vita permettono a chi ne è proprietario, a partire da una certa data, di convertirle in azioni alle condizioni stabilite al momento dell’emissione. La possibilità di diventare azionista – che l’investitore può decidere di cogliere o meno – è contenuta nella cosiddetta “clausola di convertibilità” proposta dall’emittente al momento della sottoscrizione del contratto. Tale clausola indica:
- il rapporto o prezzo di conversione;
- il metodo di conversione, che può essere diretto, se le azioni sono dell’emittente dell’obbligazione, o indiretto, se invece sono emesse da una società terza;
- il periodo di conversione, a partire dal quale si può domandare la conversione delle obbligazioni in azioni.
Come funziona la conversione delle obbligazioni in azioni. Ipotizziamo, per esempio, un rapporto di conversione pari a 1/4 e un valore nominale dell’obbligazione di 10 euro. Ciò farà sì che per l’obbligazionista il prezzo dell’azione sarà di 2,5 euro, a prescindere dalla quotazione del titolo sul mercato azionario. Ne consegue che il titolare dell’obbligazione avrà un interesse tanto più alto a esercitare il suo diritto di opzione quanto più il prezzo di mercato del titolo azionario sarà superiore a 2,5 euro. In caso di ribasso delle quotazioni azionarie, i bond potranno invece non essere convertiti e seguiranno quindi il normale percorso di un qualunque titolo obbligazionario standard.
I vantaggi dei bond convertibili. In situazioni d’incertezza sui mercati e di alta volatilità, le obbligazioni convertibili rappresentano uno strumento interessante per quei risparmiatori che sarebbero interessati a diventare azionisti di una determinata società ma che, al contempo, non vogliono correre rischi eccessivi. Per l’investitore, quindi, le obbligazioni convertibili presentano diversi vantaggi:
- tutela in caso di ribasso delle azioni sottostanti al titolo;
- un’opportunità in caso di rialzo del valore delle azioni;
- garanzia del pagamento di un tasso d’interesse sul prestito, sebbene più basso rispetto a quello di un’obbligazione classica proprio per la flessibilità data dalla presenza della clausola di convertibilità;
- possibilità di rimborso (che le azioni, essendo un investimento nel rischio d’impresa, non hanno) in caso di fallimento della società emittente, dal momento che l’obbligazione convertibile è pur sempre un titolo obbligazionario fino a quando non viene convertita.
Gli svantaggi dei bond convertibili. Tuttavia, l’investimento in bond convertibili va valutato con attenzione. Occorre anzitutto essere interessati alla possibilità di diventare azionisti della società emittente, poiché le obbligazioni convertibili, data loro flessibilità, offrono rendimenti inferiori rispetto ai bond standard dello stesso emittente. Inoltre:
- esiste la possibilità che non si verifichino le condizioni per le quali sarebbe conveniente convertire i bond in azioni;
- bisogna capire se la conversione possa essere imposta dalla società emittente al verificarsi di determinati eventi;
- è necessaria un’analisi approfondita della situazione finanziaria e di quella reddituale della società;
- i bond convertibili mostrano comunque una maggiore volatilità rispetto ai classici titoli obbligazionari.
In conclusione, se non si è minimamente attirati dalla possibilità di diventare azionisti conviene optare per le obbligazioni tradizionali. Se invece si è interessati a diventare azionisti, cioè soci della società, ma non si è del tutto sicuri, le obbligazioni convertibili possono rappresentare un utile strumento per avere il tempo di chiarire i propri dubbi, così da poter convertire le obbligazioni in azioni con tranquillità a partite dalla data prevista.
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