Cinque regole pensate per il palco che possono rendere migliori le vostre presentazioni sul lavoro
Ci sono persone alle quali viene naturale parlare con sicurezza e tranquillità in pubblico. Questo articolo è per tutti gli altri. Quelli che quando devono fare una presentazione in un’aula piena di colleghi (o magari anche in una sala con qualche collega) cominciano a sudare, ad avere un battito da mezzofondista all’ultimo giro, a perdere lucidità. Se se fate parte di questa categoria, sappiate che imparare a parlare bene in pubblico è un’arte che si può apprendere: basta ispirarsi al metodo degli attori. Niente di troppo complicato: per sentirsi a proprio agio davanti a un pubblico non dovrete entrare nelle profondità del metodo Stanislavskij di studio psicologico del personaggio. Bastano i princìpi che si imparano nelle prime tre settimane dei corsi di recitazione. Eccoli sintetizzati in cinque regole, da applicare già nella prossima riunione.
1) Recitate una parte. Gli attori lo sanno, voi dovete convincervene: davanti al pubblico si recita sempre un ruolo e voi siete stati scelti per farlo. Non è necessario credere davvero a ogni singola parola che state per dire, ma i dubbi, le sfumature, le incertezze, lasciateli a casa per una volta. A seconda delle situazioni, il pubblico vorrà un discorso motivante, emozionante, coraggioso. Voi dovete ricordarvi che state costruendo un piccolo personaggio. Siete sempre voi, ma in una versione diversa, sintetizzata in base alle esigenze della situazione. Siate fedeli a quella versione di voi, credeteci e andrà tutto per il meglio.
2) Imparatela a memoria. Dopo scelto le idee da esporre, averle messe in ordine, dopo aver fatto le prove allo specchio e limato i dettagli, ecco che arriva il passaggio decisivo: studiare il vostro discorso per saperlo a memoria nel momento in cui vi trovate davanti al pubblico, proprio come un attore di teatro. La memoria può essere un porto sicuro quando l’ansia fa capolino. Inoltre, se il discorso è stampato nella vostra testa, non dovrete sprecare preziose energie a ripescarlo dalla memoria, e potrete invece dedicarle a ciò che conta davvero: l’esposizione, il contatto visivo ed emotivo con chi vi ascolta e l’improvvisazione.
3) Improvvisate. Conoscere il testo a memoria non significa non improvvisare, anzi. Solo chi maneggia bene lo spartito può allontanarsi senza perdere la retta via. Improvvisare rende ogni discorso più gradevole, dà una sensazione di naturalezza che coinvolge chi vi ascolta e che rende la comunicazione più E poi, come in ogni interazione umana, possono esserci gli imprevisti, una domanda, un inconveniente tecnico: in quel caso improvvisare sarà necessario, quindi meglio aver accumulato un po’ di pratica.
4) Comunicate col corpo. Ogni attore lo sa bene: il corpo è tutto, e può smentire o rafforzare quello che viene detto con la voce. Quindi usate sempre il vostro come parte integrante di ciò che state comunicando. Sono sufficienti dei piccoli accorgimenti, come tenere sempre la schiena dritta e il petto in fuori, verso il pubblico. Conta molto anche lo sguardo, che deve essere, come il petto, rivolto al pubblico ma in modo naturale, senza mai dare l’impressione di fissare qualcuno in particolare. Infine, le mani, usatele per sottolineare i concetti e i passaggi più importanti.
5) Parlate forte e chiaro. Esercitatevi davanti allo specchio oppure con parenti e amici: dovete riuscire a trovare il giusto equilibrio di forza e chiarezza. Il vostro pubblico giudicherà quello che dite, ma anche come lo dite. La prima regola dell’attore è «lanciare la voce», per essere certi che ogni singola persona possa udirvi come chi sta seduto in prima fila. Non delegate questo compito esclusivamente al microfono. La seconda regola è scandire bene le parole e le frasi. Non solo per farvi capire ma anche per trasmettere una cosa importante: che voi credete fino in fondo a quello che state dicendo.
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