Nutrire i tuoi amici a quattro zampe può avere un costo non indifferente: come puoi scegliere il cibo migliore e allo stesso tempo risparmiare? Ecco alcuni consigli pratici
L’amore per il tuo animale domestico non ha prezzo, ma ha un costo e pare sia sempre più alto. Già nel 2015, Adoc aveva calcolato che la spesa media annua per chi ha un cane di media taglia era di 1800 euro, per un gatto di 600 euro, ma il dato più interessante era che in dieci anni quel costo era cresciuto del 70%. In uno studio di Eurispes, è stato calcolato che la tendenza a spendere è in aumento: la fascia di padroni che investono nel cane o nel gatto da 51 a 100 euro al mese è cresciuta dal 15,4% al 31,4%. Insomma, l’impatto sentimentale di un animale è impagabile, ma sta aumentando anche quello economico. Risparmiare però è possibile, senza sacrificare il benessere del tuo amico. Una delle voci più importanti sulle quali intervenire è quella dell’alimentazione, un settore che a livello nazionale arriva a 12 milioni di euro spesi al mese. Ecco una breve guida per sfamare cani e gatti in modo sano, gustoso e sostenibile.
Fatto in casa o industriale? Il punto di partenza non negoziabile per le tue scelte è il benessere del tuo animale. Ci sono delle norme generali, ma anche diversi aspetti che variano in base alla taglia, alla razza, all’età. Per questo motivo è sempre utile avere una conversazione col veterinario, per essere ben indirizzati sulle esigenze nutrizionali del cane o del gatto. A questo punto, le scuole di pensiero sono due: cibo industriale o cibo preparato da te. Quale sia la scelta migliore è soggettivo: è probabile che l’animale preferisca la pappa casalinga, più varia e gustosa, ma un aspetto da tenere in considerazione è che da soli nella propria cucina è difficile trovare il giusto bilanciamento nutrizionale, anche con le integrazioni di mangime complementare, pensato per compensare le diete casalinghe. In particolare per la fase della crescita dei cuccioli è consigliabile optare per i prodotti industriali, assemblati in base ai consigli di un nutrizionista. Per chi sceglierà il fatto in casa, due infografiche di Petyoo sono utili per tenere a mente quali sono gli alimenti che tossici e da evitare in modo tassativo per cani e gatti: tra questi noci, cipolle, cioccolata, aglio, uva.
La bussola e il comparatore. Il mercato negli ultimi anni è letteralmente esploso e orientarsi tra le varie marche non è facile. Una bussola utile per capire dove c’è il giusto rapporto di qualità e di prezzo sono le prove di Altroconsumo, che sul suo sito ha testato e valutato 29 marche di cibo per cani di ogni taglia e 21 di cibo per gatti, confrontando i prezzi e assegnando a tutti i prodotti un indice di qualità medio. Per conoscere quest’ultimo dato su uno specifico alimento occorre essere abbonati alla piattaforma, ma si tratta di un buon investimento nel lungo termine, visto il risparmio che ti può garantire. Come in molti altri settori, anche quello dei mangimi per animali ha un comparatore di prezzi: si tratta del già citato Petyoo. È uno strumento molto completo e ben fatto: indica peso, prezzo, ha un indice di qualità (consultabile gratuitamente) e rimanda ai singoli rivenditori per l’eventuale acquisto finale.
La qualità è nel mix. La prima scelta da fare è tra alimenti secchi e umidi. Il rapporto tra le due soluzioni in termini calorici è in media di 1:3. L’apporto calorico di 100 grammi di cibo secco (come le crocchette) è pari a quello di 300 grammi di cibo umido. La soluzione migliore è combinare le due scelte, per avere i vantaggi di entrambe: l’umido è più buono e idratato, ma è anche più caro. Il secco è più pratico, permette un dosaggio più efficiente ed è rispettoso dell’igiene orale dell’animale (aspetto da non sottovalutare mai). Dal punto di vista dei costi, un’altra ricerca di Altronconsumo su prodotto umido e secco di una stessa marca e della stessa fascia di prezzo aveva appurato che far mangiare solo umido comporta per il padrone una spesa di tre volte superiore. Un’altra scelta da fare è tra fresco, disidratato e farine. Queste ultime sono da evitare o ridurre al minimo, perché non valgono quasi mai la spesa, includono ossa o lische e hanno un apporto nutrizionale povero. Ricordate che quando un prodotto per animali viene venduto come «fresco», si intende fresco all’origine: i cibi con carne o pesce «freschi» eliminano l’acqua in cottura, questo riduce il quantitativo finale in modo considerevole. I disidratati invece rappresentano un’ottima alternativa per rapporto qualità prezzo e la percentuale di carne che leggete sull’etichetta è uguale a quella che c’è effettivamente nella confezione.
Hai un cane o un gatto? Cosa gli dai da mangiare? Raccontacelo nei commenti.
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