Abiti, scarpe, passeggini, giocattoli, babysitter: le necessità per chi le giovani famiglie sono tante e cambiano velocemente. L'economia della condivisione è al loro servizio
La sharing economy, secondo un recente articolo apparso su Forbes, ancora non ha raggiunto il suo massimo potenziale. Nel 2022 avrà toccato un valore globale di 40 miliardi di dollari e la prossima frontiera, dopo i trasporti e i viaggi, sono le famiglie e i loro bisogni. La vita dei genitori è spesso complicata da un fattore che non si può proprio eliminare: lo scorrere del tempo. Ciò che un anno è necessario, in quello successivo diventa troppo piccolo o inutile, pur non avendo perso il suo valore: oggetti, giocattoli e vestiti si usano intensamente ma per brevi periodi. Insomma, le famiglie sono uno scenario perfetto per il lato più virtuoso dell’economia della condivisione: la sua attitudine a combattere gli sprechi e a mettere a frutto beni, servizi e mezzi inutilizzati. Una soluzione che viene incontro alle famiglie italiane che, secondo l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori, spendono per il bambino, solo nel primo anno di vita, una cifra che va dai 7.072,90 euro ai 15.140,76 euro.
Giochi in circolo. Prendiamo i giocattoli. Le menti e i gusti dei bambini si evolvono in fretta, quando raggiungono i cinque anni non possono più avere a che fare con quello che li divertiva a tre e i giochi, quando non possono essere passati a fratelli o sorelle minori, si accumulano negli sgabuzzini oppure nelle cantine. Piattaforme come Il Club dei Giocattoli o AppyToy danno una struttura e un’apertura digitale a una pratica che si è sempre fatta: le reti informali tra familiari e amici per far circolare i vecchi giochi, dando via quelli che non servono più per averne in cambio di più utili e adatti alle esigenze del momento. In questo caso l’economia della condivisione diventa una forma di consumo collaborativo.
Passeggini transitori. L’oggetto simbolo di quanto cambino velocemente le esigenze dei genitori e di una famiglia è ovviamente il passeggino. Strumento indispensabile ma ingombrante, che si usa per pochi anni e spesso si tramanda o presta tra amici e parenti. Su BabyGuest si possono noleggiare seggiolini, passeggini, box, seggioloni, lettini da campeggio, che vengono consegnati (e poi ritirati) esattamente dove vi servono e per il periodo in cui vi servono. È utile e pratico per chi viaggia e non vuole portarsi tutta l’attrezzatura bambini a destinazione. Un seggiolino auto costa 4,33 euro al giorno, un passeggino 3,33 euro. La consegna avviene in massimo 72 ore, i prodotti arrivano sempre già igienizzati. La piattaforma può essere utilizzata anche diventando ambassador e quindi mettendo la propria vecchia attrezzatura (ovviamente in ottimo stato) a disposizione dei clienti del sito.
Tata-sharing. Un altro settore che in questi anni sta cambiando grazie al digitale è quello delle baby-sitter, altra attività di solito affidata a reti informali di contatti personali e che può trarre grande giovamento dalla sharing economy. Ci sono diversi siti (come Le Cicogne) per entrare in contatto con persone adatte a prendersi cura dei vostri figli. Sitter-Italia, con oltre 460mila baby sitter registrate, non solo permette di scegliere quella più adatta alle vostre esigenze di orario, servizio e costo, ma anche di attivare una formula chiamata Genitori in contatto, che consente la condivisione delle spese per l’assistenza ai bambini, soluzione ideale per famiglie che abitano vicine, hanno figli di età simili, vogliono dare continuità alla tata e risparmiare.
Armadio condiviso. Infine: immaginate di poter dare via tutti insieme i vestitini dei vostri figli che non usate più. Sono in buone condizioni, sono puliti, ma ormai sono troppo piccoli. Li mettete in una scatola, qualcuno viene a ritirarli a casa e in cambio vi fa accedere alla possibilità di avere a costi ridotti altri abiti più adatti alla loro età. È il principio di Armadio Verde, una startup di sharing economy di vestiti per bambini (e donne) che in cambio di ogni capo ritirato e approvato vi dà dei crediti (sotto forma di stelline) che potete utilizzare per fare l’upgrade del vostro armadio. Quelli che sono giudicati non utilizzabili nel servizio vengono passati a Humana. La consegna dei vestiti è gratuita, per acquistare quelli nuovi vi viene chiesto un contributo che va dai 3 ai 15 euro da aggiungere alle stelline.
Avete usato qualcuno di questi servizi? Come vi siete trovati?
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