10 modi per ridurre l’inquinamento digitale

Internet oggi è responsabile del 2,5% delle emissioni globali di CO2. Ecco le buone abitudini quotidiane per ridurre la tua impronta ecologica digitale

Scrivere un messaggio su WhatsApp è semplice, così come inviare una mail o far partire un video su YouTube. Sono azioni che fai decine di volte al giorno, ma non pensi all’inquinamento digitale che produci con i miliardi di bit che questi servizi scambiano su Internet. Agendo più consapevolmente, però, puoi contribuire a ridurre questo fenomeno.

Nel 2022 l’infrastruttura che fa funzionare le piattaforme online ha emesso più CO2 dell’intero traffico aereo mondiale.

Si tratta dei dati relativi ai data center aggregati da Climatiq, azienda specializzata nel misurare le emissioni climalteranti , cioè responsabili del riscaldamento globale. Insomma, Internet è responsabile del 2,5% delle emissioni totali di CO2, equivalenti all’anidride carbonica immessa nell’atmosfera dall’Australia e del Brasile. Per fortuna però, le grandi aziende tecnologiche si stanno impegnando per rendere i propri sistemi più efficienti.

Con questo articolo non vogliamo alimentare l’ansia sul tema e farti sentire impotente, ma piuttosto darti qualche suggerimento, facile da applicare, per ridurre la tua impronta ecologica digitale (qui ti abbiamo raccontato cos’è e come misurare la tua impronta ecologica). Insomma, buone abitudini che sommate possono contribuire a un grande cambiamento.

Come eliminare le abitudini digitali che consumano molta elettricità

Non tutto ciò che facciamo con uno smartphone o al computer ha lo stesso impatto sull’ambiente. Quindi, per prima cosa, è importante ridurre tutte le attività ad alto assorbimento energetico, e per farlo bisogna adottare alcune abitudini ecologiche che non solo faranno bene all’ambiente, ma anche alle tue bollette e alla tua salute. Guardiamole nel dettaglio.

  1. Riduci la luminosità dello schermo e imposta il suo spegnimento automatico dopo 5 minuti di inattività. In questo modo anche i tuoi occhi e la bolletta dell’elettricità ti ringrazieranno.
  2. Usa lo streaming video in modo saggio, perché consuma quasi otto volte più del solo audio. Quindi, quando devi organizzare una chiamata di lavoro, fai che sia breve e dritta al punto. Poi, se non è necessario, non utilizzare la videocamera.
  3. Scarica offline i tuoi brani preferiti, così risparmierai banda. È una funzionalità che hanno i servizi più famosi, da Spotify ad Apple e Amazon Music. Così, oltre a non consumare i tuoi giga, non invierai richieste ai data center che, come abbiamo accennato, producono molta CO2.
  4. Scollega i dispositivi che non utilizzi. Così come spegnere la tv quando non la stai guardando, allo stesso modo è importante scollegare altoparlanti esterni, drive usb e hard disk: ricollegali uno alla volta, solo quando ti servono davvero.

La conservazione dei dati? Ha il suo impatto

Le quattro abitudini che ti abbiamo appena raccontato sono il primo passo fondamentale, dopodiché sarà necessario un impegno maggiore per fare davvero la differenza. Partiamo dal principio generale.

Tutti i tuoi dati online non sono immateriali, perché vengono ospitati in giganteschi data center, composti da centinaia di computer collegati. Inoltre, per rimanere al sicuro, i dati vengono copiati più volte (in gergo questo processo si chiama ridondanza), nel caso una macchina dovesse rompersi.

Tutte le macchine, per funzionare, vengono tenute a temperatura controllata e il conseguente consumo energetico che ne deriva è pari a quello di un enorme condizionatore sempre acceso. Inoltre, in caso di interruzioni di elettricità, i data center hanno gruppi elettrogeni ausiliari che spesso vengono alimentati con carburante diesel. Ti abbiamo raccontato ciò per sensibilizzarti sul fatto che anche lasciare online una vecchia email ha il suo impatto.

Riduci così il tuo impatto sul sistema

Ecco allora cosa puoi fare:

  1. Cancella tutte le app che hai scaricato per curiosità e che non utilizzi più. Queste infatti possono continuare ad inviare dati in background, e quindi inviare richieste ai data center. È inoltre un buon suggerimento anche per la tua privacy.
  2. Disiscriviti dalle newsletter che non leggi. In questo modo le aziende o le persone che te le inviano avranno un indirizzo in meno da gestire e un carico inferiore sui servizi di mailing.
  3. Elimina tutti i file sul cloud e le mail che non ti servono. È come fare il cambio di stagione. Per buona abitudine, è giusto cancellare il superfluo e così ci saranno meno giga che ti appartengono sui data center.

Segui la regola: “invia di meno, condividi di più”

Mike Berners-Lee nel suo libro How bad are bananas? ha provato a misurare l’impatto ambientale di ogni attività che svolgiamo, anche delle chat che ogni anno producono 32 mila tonnellate di CO2. L’autore non ci invita a evitare ogni comunicazione, piuttosto a riflettere di più al senso di ogni attività che facciamo in automatico. Per esempio:

  1. Pensa prima di premere “invio”, impara a riassumere i concetti in un unico messaggio. È un buon consiglio di comunicazione: anziché lasciarsi andare in infiniti botta e risposta via mail o in chat è meglio inviare più richieste in un unico testo, riassumendo i concetti salienti. Inoltre, è meglio coinvolgere nel messaggio tutte le persone interessate (che così non dovranno essere informati in messaggi separati).
  2. Condividi di più le tue attività. Se stai seguendo una serie tv insieme ai tuoi amici, prova a organizzare un momento per guardarla insieme. Così ci saranno meno schermi accesi e meno dati scambiati attraverso Internet.
  3. Se funzionano ancora, regala i vecchi di dispositivi a chi ne ha bisogno. Prima di disfarti di uno smartphone, di un computer o di qualunque gadget, prova a rivenderlo online o a donarlo presso una delle molte associazioni educative che hanno bisogno di questi device per i propri programmi didattici. Se proprio non puoi, evita assolutamente di cestinarli, ma portali nelle isole ecologiche della tua città.

E tu, quali buone abitudini segui per ridurre la tua impronta ecologica digitale?

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