L'agenzia di rating americana teme nuovi shock per il debito pubblico e nutre dubbi sull'azione del nuovo governo. Il rating del Belpaese resta fermo a BBB, ma l'outlook diventa negativo
Fitch non tocca il rating dell’Italia (confermato a BBB), ma rivede l’outlook da “stabile” a “negativo”: è un chiaro avvertimento da parte dell’agenzia, preoccupata che il nuovo governo M5S-Lega non riesca a contenere l’enorme debito pubblico del Paese. La revisione dell’outlook comporta una valutazione di medio periodo, nell’arco di uno o due anni, ma non è escluso che si possa arrivare a una modifica del rating anche prima, nel caso di eventi che impattino in modo rilevante sul giudizio di un emittente. “A seguito della formazione della nuova coalizione di governo prevediamo un allentamento fiscale, che potrebbe esporre a nuovi shock il già elevato debito pubblico italiano”, si legge nella nota dell’agenzia.
Le perplessità di Fitch. In particolare, spiega Fitch, a destare preoccupazioni sono “la natura nuova e non collaudata del governo, le tangibili differenze politiche fra i componenti della coalizione e le contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel Contratto di governo da un lato, e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico dall’altro”. Secondo l’agenzia di rating infatti, non è chiaro come queste tensioni politiche saranno risolte. Anche l’avversione di alcune parti del governo italiano nei confronti dell’Ue e dell’euro rappresenta un rischio, proseguono gli analisti, i quali tuttavia ritengono “bassa la probabilità che il governo avanzi davvero politiche volte a un’uscita dall’Europa o alla creazione di una moneta parallela”. In ogni caso Fitch non si aspetta che l’attuale governo gialloverde arriverà a concludere il mandato, anzi: “vediamo un aumento della possibilità di elezioni anticipate dal 2019”.
Veniamo ai numeri. Stando alle previsioni di Fitch, nel 2018 il rapporto deficit/Pil dell’Italia scenderà dal 2,3% del 2017 a quota 1,8%, mancando di 0,2 punti le attese del Governo. Ma nel 2019 il rapporto salirà al 2,2%, sforando così gli obiettivi dell’Unione europea. Intanto gli ultimi dati macroeconomici non sono stati dei migliori, con l’economia italiana che cresce a un ritmo più lento del previsto. Nel secondo trimestre dell’anno, il Pil è salito infatti dello 0,2% contro il +0,3% dei due trimestri precedenti e il +0,4% di metà 2017 – anche se su base annua si registra una crescita dell’1,2%. Anche lo spread ha fatto parlare di sé nel corso dell’estate che ci stiamo lasciando alle spalle: la differenza tra il rendimento del titolo di Stato decennale italiano e il corrispondente titolo tedesco, considerata come misura del grado di rischio Italia, è iniziata il primo agosto ed è durata, tra rialzi e ribassi, tutto il mese. Da 230 punti base si è passati a 250, poi a 280, fino a toccare i 290 – in scia alle incognite sulla manovra autunnale e sulla Legge di Bilancio 201 – per poi riportarsi sotto i livelli di guardia.
La reazione dei mercati. Va detto che la mossa di Fitch non sembra aver allarmato più di tanto i mercati, tranquillizzati forse anche dalle parole del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ha assicurato: la Legge di Bilancio “sarà rispettosa di tutte le regole e farà pagare meno tasse agli italiani”. Sta di fatto che, nella prima giornata seguita alla revisione dell’outlook sull’Italia (avvenuta venerdì dopo la chiusura di Piazza Affari), l’indice Ftse Mib ha vissuto una seduta di oscillazioni chiusa comunque con un rialzo dello 0,62%, mentre il differenziale di rendimento tra Btp e Bund ha concluso a 285 punti base, ben al di sotto della chiusura di venerdì (sopra 290). Fitch da parte sua ha fatto sapere che la revisione al ribasso dell’outlook dell’Italia non avrà impatti sui rating e gli outlook delle società italiane. L’agenzia continuerà a monitorare il contesto operativo e le politiche di governo, “con particolare attenzione a qualsiasi modifica alle norme che potrebbe avere effetti avversi sulle aziende”.
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