Certificazioni, loghi, etichette e packaging: tutti i fattori da considerare per capire se un prodotto è davvero ecosostenibile
Il mercato dei prodotti green è sempre più ampio e variegato: globalmente, il 66% dei consumatori millennial interpellati in una ricerca Nielsen ha dichiarato che spende volentieri qualcosa in più se in cambio riceve la possibilità di comprare prodotti ecosostenibili. Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea, il mercato globale «a basse emissioni» è di 4,2 trilioni di euro, ci sono oltre 400 certificazioni diverse e sempre più brand stanno convertendo la propria produzione per andare incontro a questa domanda. Inoltre, i prodotti con dicitura «meno plastica» hanno visto un boom delle vendite del 30% nell’ultimo anno secondo l’Osservatorio Immagino. Per il consumatore consapevole questa crescita del mercato significa avere di fronte a sé tante opportunità di scelta green, ma anche molta difficoltà nell’orientarsi. Come si fa a capire dove tracciare il confine tra il green marketing e il «greenwashing», cioè la pratica di far passare per sostenibili beni e servizi che non lo sono? Ecco un po’ di consigli per orientarvi sugli scaffali, soprattutto quando avete poco tempo.
Affidatevi alle certificazioni. Il primo (e più importante) allenamento da fare nel capire quali prodotti sono green è affidarvi ai loghi e certificazioni di organismi terzi. Le etichette ambientali sono di solito affidabili e indipendenti nel giudicare le pratiche green legate al commercio. Partiamo da Ecolabel: questo marchio è rappresentato da un fiore con le stelle dell’Unione ed è l’etichetta europea usata per certificare l’impatto ambientale dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita, tenendo conto della durata media della vita, della riutilizzabilità/riciclabilità, della riduzione degli imballaggi e del contenuto di materiale riciclato. FSC e PEFC sono i loghi da cercare per i derivati delle foreste, legnosi e non legnosi. Trovarli significa essere sicuri che tutta la filiera fa una gestione responsabile della foresta e degli ecosistemi culturali, politici e legali a essa legati. Oeko-Tex invece è il logo da cercare per vestiti e accessori, certifica che tutti i prodotti tessili e il pellame sono prodotti nel rispetto della sicurezza umana e ambientale. Altri loghi di cui fidarsi: Fairtrade International per i prodotti equi solidali, Rainforest Alliance per le foreste vergini (molto importante per il turismo), CCPB (il cui simbolo è un albero nel palmo di una mano) per il biologico, sia agroalimentare che cosmetico.
La confezione conta. Il secondo aspetto per il quale vi basta del colpo d’occhio (ben allenato) a capire è il packaging, il modo in cui il prodotto viene confezionato e venduto per arrivare a casa vostra. Privilegiate i prodotti sfusi (ci sono sempre più «negozi alla spina» dove recarvi con i vostri contenitori da riempire) , gli imballi con materiali facilmente e interamente riciclabili oppure riutilizzabili in altro modo: il vetro, il metallo, la carta. Meglio ancora se la confezione è sua volta fatta di materiali riciclati. Da evitare invece il più possibile tutto ciò che è incartato nella plastica. Altra regola generale di buonsenso: il packaging grande è peggio di quello piccolo, un’azienda attenta all’ambiente evita gli sprechi in termini di superfici e di spazi. Anche i riempimenti di grandi confezioni possono green: meglio il pluriball biodegradabile o la carta riciclata del polistirolo.
La domanda chiave: quanto ha viaggiato? Il terzo concetto da tenere a mente per quanto riguarda le vostre scelte è la provenienza. È buona norma porsi sempre la domanda: da dove viene? In alcuni casi sarà inevitabile dover comprare un prodotto che arriva da lontano, il chilometro zero non è tanto una regola quanto un metodo: tra due equivalenti per qualità, prezzo o impatto generale, scegliete quello che viene da più vicino, se prodotto locale nella vostra zona anche meglio. I negozi indipendenti sono da preferire alla grande distribuzione, perché forniti da catene meno dispendiose in termini ambientali e perché sono strutture a loro volta più sostenibili, sia socialmente che ecologicamente.
Voi fate caso se un prodotto è green quando fate shopping?
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