Food delivery, prenotazioni e pagamenti digitali, targetizzazione: la tecnologia sta cambiando il nostro modo di nutrirci. Le nuove frontiere del mondo food emerse ai Talks on Tomorrow del 12 novembre
C’è un dato che più di tutti spiega cosa sta succedendo nel mondo del digitale applicato al cibo: in Italia il comparto online del food cresce del 42% all’anno, quasi il triplo di quello che succede nel resto dei settori dell’e-commerce (15%). Questi numeri possono essere letti in due modi complementari. Il primo ci dice che il settore è stato digitalizzato in ritardo rispetto ad altri (come ad esempio la moda o il banking) e quindi sta correndo per compensare gli anni perduti. D’altra parte, oggi è uno dei comparti digitali più dinamici e innovativi, in piena ricerca del suo potenziale, una corsa con diversi attori coinvolti, tra food delivery, pagamenti digitali, analisi della clientela, targetizzazione. Il risultato però è unico: la nostra esperienza eno-gastronomica sta diventando sempre più facile, veloce, immediata e trasparente. Non a caso, il settore è stato tra quelli al centro di Talks on Tomorrow, l’incontro sulla rivoluzione digitale del 12 novembre 2019, organizzato da Repubblica ed H-Farm in collaborazione con ING Italia alla Fondazione Feltrinelli di Milano.
Il consolidamento del food delivery. Il fenomeno più visibile e dirompente, soprattutto nelle grandi città, è il consolidamento del food delivery. Secondo Daniele Contini, Country Manager di JustEat, una delle app più usate in Italia, oggi il 18% degli ordini avviene online: dal punto di vista del consumatore, il food delivery è un caso di scuola. Questi servizi hanno potenziato e trasformato un’esperienza che veniva praticata analogicamente da decenni. «Prima magari avevo in mente quei due, tre posti perché mi arrivava il volantino nella casella delle lettere, adesso ne posso vedere 100», ha sintetizzato Contini durante Talks on Tomorrow. Dopo l’uscita di scena di Foodora, oggi sul mercato operano quattro grandi attori: oltre Just Eat, ci sono Uber Eats, Glovo e Deliveroo. La consegna di cibo e alimentari a domicilio in Italia vale circa 3,2 miliardi, una gran parte di questa torta è fuori dal digitale, altra spia di potenzialità per lo sviluppo del settore. «La porzione di mercato ammonta complessivamente al 2% eppure si tratta di un’opportunità di consumo molto alta, destinata a cambiare, perché per ovvie ragioni bisogna mangiare, e tutti noi consumiamo mediamente due pasti al giorno».
Il ciclo della table reservation. Una delle grandi svolte nel digital food in Italia si è verificata nel 2015, quando è arrivata sul nostro mercato The Fork, la principale piattaforma europea di table reservation, con il suo network globale di 46mila indirizzi per fare colazione, pranzare e cenare. Grazie all’integrazione con TripAdvisor, è stato possibile chiudere su una sola piattaforma il ciclo della scelta e della prenotazione di un ristorante online: informarsi, confrontare e trovare un tavolo, con la possibilità di accedere a sconti e offerte, unendo in questo modo la trasparenza e il risparmio. L’innovazione funziona anche dall’altro lato della cucina: ai ristoratori viene fornito un software, TheFork Manager, che consente di ottimizzare le prenotazioni e le operazioni, e di migliorare servizi e ricavi. Nel 2018 le due piattaforme hanno portato ai ristoratori italiani incassi per 2 miliardi di euro, con 80 milioni di pasti prenotati attraverso il sistema.
Pagamenti più semplici e smart. Un’altra spinta all’innovazione arriva dai pagamenti digitali con strumenti come Satispay: secondo i dati Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano-Osservatori.net oggi un milione di italiani paga al negozio o al ristorante con lo smartphone, per una media di spesa di 500 euro all’anno. Anche in questo caso, è il ritmo di crescita a dare la prospettiva: + 650% nell’ultimo anno. Oggi parliamo di 650 milioni di euro, ma in due anni potrebbero essere 10 miliardi.
La frontiera del marketing di prossimità. Uno dei prossimi passaggi nella digitalizzazione dell’esperienza gastronomica sarà la crescita del geofencing. Si tratta del cosiddetto marketing di prossimità, con strumenti in grado di attrarre, attraverso offerte mirate, i potenziali clienti geolocalizzati nei paraggi . Il food è un ambito nel quale le potenzialità del geofencing sono elevatissime: pensate a quando vi capita di trovarvi in un quartiere o in una città nuova e consultate Yelp o TripAdvisor per avere consigli in tempo reale, mirati alla zona in cui vi trovate. Le nuove tecnologie porteranno questo tipo di esperienza a un livello di accuratezza ancora più elevato, grazie all’uso dei beacon, che permettono di tracciare in modo anonimo il cliente e – con il suo consenso e in modo non invasivo – di far partire le offerte. I beacon sono trasmettitori radio che attraverso il Bluetooth dialogano con i dispositivi mobile nel raggio di 50 metri. Già oggi grazie a piattaforme come Kariboo e all’uso di questi beacon un migliaio di supermercati in Italia possono intercettare in tempo reale le esigenze dei clienti. Dopo la GDO, la prossima frontiera saranno proprio i ristoranti.
E voi? Quanto è diventata digitale la vostra esperienza nel mondo del food?
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