Per anni i politici hanno pensato che la bassa crescita dei Paesi Sviluppati fosse responsabilità di un elevato livello d’indebitamento pubblico. Ma è davvero così? Ecco cosa dicono gli economisti
Negli ultimi anni il dibattito politico è stato largamente dominato da una domanda centrale: è vero che un elevato debito pubblico riduce la crescita economica? Tra i primi a interrogarsi su questa relazione tra debito pubblico e Pil, furono gli economisti Carmen Reinhart and Kenneth Rogoff (R&R), i quali pubblicarono un’influente ricerca tra il 2010 ed il 2012 in cui sostenettero l’esistenza di una relazione perversa (e negativa) tra debito e crescita, specialmente quando il debito pubblico era superiore alla soglia “magica” del 90% del Pil. Raramente, una ricerca economica è stata così influente.
La crisi della zona euro e la stagione del rigore. Nel 2011, quando scoppiò la crisi della zona e diversi Paesi furono messi alle strette dal pressione dei mercati, la ricerca di R&R venne considerata sufficientemente autorevole da una buona fetta della politica europea, che anziché leggere le conclusioni dei due economisti con le dovute precauzioni, presero il messaggio alla lettera e incominciarono a chiedere ingenti sacrifici in termini di politica fiscale (da qui il termine austerity) ai Paesi maggiormente in difficoltà come Portogallo, Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna e l’Italia. Con il passare degli anni, la ricerca economica approfondì la questione e ad oggi è opinione diffusa che la relazione tra debito pubblico e crescita sia decisamente meno lineare di quello che potesse sembrare a prima vista. Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale, ha messo definitivamente in dubbio l’esistenza di una soglia precisa al di là della quale crescere diventi effettivamente più difficile, oltre ad aver sollevato enormi dubbi sul rapporto causale tra debito e crescita.
La relazione tra debito pubblico e crescita è ancora ampiamente dibattuta, e anche se è meno forte di quello che si pensava durante la crisi della zona euro, non vuol dire che un elevato debito pubblico nel tempo non possa diventare un problema. L’attenzione tuttavia sembra essersi spostata sulla traiettoria del rapporto debito pubblico – Pil, oltre che sulla qualità della spesa pubblica.
Infatti, il Fondo Monetario Internazionale ha notato che i Paesi con un elevato ma decrescente rapporto tra debito pubblico e Pil riescono a crescere alla stessa velocità dei Paesi meno indebitati. Tuttavia, per ridurre nel tempo il peso del debito pubblico è necessario tenere sotto controllo il deficit, ovvero la differenza tra entrate e le uscite dello Stato, specialmente nei momenti in cui il Pil cresce del previsto. Perciò, la qualità della spesa pubblica e la credibilità dell’azione di Governo possono giocare un ruolo fondamentale per la traiettoria futura del rapporto debito pubblico – Pil, e ovviamente anche sulla crescita.
Perché è importante. La stabilità finanziaria è un requisito fondamentale per la crescita economica di un Paese ed è la ragione principale che ha spinto la BCE a intervenire massicciamente durante la crisi della zona euro. Anche se non sembra esserci una relazione causale tra debito pubblico e crescita economica, un Paese molto indebitato è più a rischio quando sui mercati sale la temperatura. Infatti, in situazione di stress finanziario i rendimenti tendono a salire, in questo modo finanziarsi diventa più costoso e i governi sono costretti a rivedere i saldi di spesa pubblica se non vogliono aumentare il rapporto debito pubblico – Pil.
Per poter visualizzare i commenti devi accettare i cookie facoltativi, clicca qui per cambiare le tue impostazioni sui cookie.