10 consigli per viaggiare zaino in spalla

Come prepararti, cosa portare e cosa lasciare a casa per la tua avventura itinerante con lo zaino in spalla di questa estate

Quest’anno Interrail, il biglietto ferroviario che ha dato a generazioni di cittadini la possibilità e la libertà di esplorare l’Europa, compie cinquant’anni. Con l’occasione abbiamo pensato di esplorare il mondo dei viaggi zaino in spalla.

I viaggi con lo zaino in spalla esistono da ben prima del 1972 e sono ancora oggi un’esperienza iniziatica che si può fare a qualsiasi età. Quel tipo di avventura perfetta per aprire o chiudere una stagione della vita, crescere, scoprirsi, innamorarsi del mondo.

Se questa estate stai pensando a un viaggio zaino in spalla, ti abbiamo già dato un po’ di idee per mete da scoprire. Ma ora vogliamo darti qualche consiglio per vivere al meglio questa esperienza che probabilmente ti cambierà la vita.

Viaggia leggero

L’oggetto chiave del viaggio zaino in spalla è, ovviamente, lo zaino. Per qualche settimana, sarà estensione del tuo corpo, casa, armadio, rifugio e custode di piccoli tesori. Preparare lo zaino in modo saggio è fondamentale e il primo consiglio è non esagerare. Non c’è comunque modo per portare tutto: sono viaggi informali e hanno bisogno di abbigliamento informale. Inoltre, devi prepararti a lavare i tuoi vestiti in ogni caso, quindi lavora per sottrazione. Consiglio extra: porta con te un asciugamano in microfibra, occupa poco spazio e ti salverà in diverse occasioni. E lascia un po’ di spazio per le cose che comprerai, troverai o ti saranno regalate.

Non prenotare troppo

Il piacere primario del viaggiare con lo zaino in spalla è la spontaneità. Un po’ di programmazione non guasta, soprattutto per le prime notti di acclimatamento all’esperienza e per i momenti in cui sarai davvero stanco. Il resto deve essere lasciato al caso, agli incontri, alle coincidenze. Non commettere l’errore di decidere in anticipo ogni notte della tua avventura, ma segui il flusso delle sensazioni.

Fidati del tuo istinto (e del flusso delle giornate)

Questa apertura mentale va applicata a ogni aspetto del tuo viaggio. Rimani flessibile su dove mangiare, o dormire, o sull’itinerario. Prima di partire, prova a immaginare (o disegnare) su una mappa l’itinerario, ma lascia quella rotta aperta. Fai lo stesso con ogni singola giornata. Alla fine del viaggio confronta il percorso che immaginavi di fare con quello che hai effettivamente fatto. Le deviazioni per inconvenienti sono possibili, ma ce ne saranno anche tante altre provocate dalle sorprese che il caso e la tua attitudine ti hanno messo di fronte. Lo scarto tra il programmato e l’imprevisto sarà l’essenza del tuo viaggio.

Scopri gli ostelli (ma concediti un hotel ogni tanto)

Gli ostelli sono ancora oggi posti molto stimolanti, sempre più trasversali sia per il tipo di persone che si incontrano che per l’età di quelle persone. Nessuno è troppo adulto per passare qualche notte in una camerata affollata o iniziare la giornata a un tavolo comune per la colazione e farsi cambiare i piani da un estraneo appena conosciuto. Non essere troppo rigido però: quando sei particolarmente stanco (e succederà), concediti una notte in un albergo di categoria più alta. Couchsurfing, il sito che ti permette di scambiare ospitalità con sconosciuti, è stato un grande fenomeno sociale degli anni ’10. Anche se ora è un po’ in declino, ci sono tante alternative basate sullo stesso modello. Qui un po’ di consigli.

Mescolati ai locals

Gli ostelli e contesti simili sono utili per incontrare altri viaggiatori, fare amicizia, conoscere persone con cui condividere dei pezzi di avventura. Però a un certo punto sentirai il bisogno di mescolarti con altri tipi di persone, creature mitologiche e necessarie: i locali. Sono l’essenza del viaggio e dell’incontro. Dai loro un’opportunità: fai domande, rivolgi la parola a sconosciuti che ti sembrano simpatici, cavalca le conversazioni con le persone del posto. Lasciati sorprendere, succederanno cose bellissime.

Usa le app, ma scegli la realtà

Viaggiare nel 2022 è un’esperienza ibrida tra il reale e il digitale, ma questo confine va attraversato con sapienza, rimanendo dalla parte giusta, che è quella della realtà. Non dimenticare che il contatto con la reatà è il motivo stesso che ti ha spinto a metterti in viaggio. Usa le app come uno strumento pratico, per raccontare quello che stai facendo o per risolvere problemi, e poi dimenticale per la maggior parte del tempo. Ogni ora che tieni lo smartphone in modalità aereo, è un’ora che regali a te stesso.

Regalati un diario

Compra un taccuino nuovo prima di partire e, mentre viaggi, prendi appunti, scrivi. Non è necessario essere giornalisti, scrittori, travel blogger. Tra dieci o vent’anni, ritrovare quegli appunti, sui pensieri o sulle cose minute che osservi, sarà come mettere le mani su un tesoro, iniziare una conversazione con te stesso. La memoria è labile e va incoraggiata: per quanto tu possa divertirti, dimenticherai quello che hai visto e come ti sei sentito. Per questo motivo, tenere qualcosa che somigli a un diario è un bellissimo investimento esistenziale.

Tappi per le orecchie (e altri piccoli oggetti fondamentali)

In viaggio, come nella vita, a volte quello che ti salva nelle situazioni difficili è il senso pratico. Ed ecco una serie di oggetti speciali che potresti essere felice di avere con te:

  • power bank per lo smartphone,
  • borraccia per rimanere idratato in un’estate caldissima e non lasciarti dietro una scia di plastica,
  • tappi per le orecchie, perché a volte avrai solo bisogno di una buona notte di sonno,
  • scarpe comode, perché chi sbaglia scarpe, sbaglia tutto il viaggio.

Un libro è un ottimo compagno di viaggio

Dedica del tempo alla scelta del libro giusto dal quale farti accompagnare nella tua avventura. Ci sono varie scuole di pensiero sul tema. Potrebbe essere un classico (anche contemporaneo) che corteggi da un po’ ma che non hai mai avuto il tempo di leggere. Non deve essere necessariamente un libro in sintonia con la destinazione. Quello che è certo è che avrai tempo per leggere, sfruttalo bene.

Hai mai pensato di viaggiare da solo?

Ultimo consiglio: viaggiare da soli è difficile, ma anche bellissimo. È un’esperienza da fare una volta nella vita, senza timore di annoiarsi o sentirsi perduti. Perché succederanno entrambe queste cose, ma va bene così: imparerai cose nuove su di te. Dopo i primi giorni di ambientamento, la solitudine si dissolverà spontaneamente, perché entrerai nello stato mentale che ti avvicina naturalmente agli altri. I viaggi da soli sono i più imprevedibili e quell’imprevedibilità è dono.

Hai già viaggiato zaino in spalla? Quali sono le tue personali regole per farlo?

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