Diventare professionista della creatività? Un gioco da nerd

Mary Scavetta è fotografa, creatrice di eventi, artigiana digitale. Il segreto del suo successo è lo stile colorato e riconoscibile: qui ci racconta come lo ha creato

Mary Scavetta è il perfetto prototipo di come funziona la vita creativa ai giorni nostri: la trasformazione dei gusti, la vivacità culturale e lo spirito di adattamento in un’identità professionale multiforme, come la generazione slash worker di cui parlammo tempo fa.

Mary, classe ’84, è fotografa ma anche creatrice di eventi e artigiana digitale.

Tutto ruota intorno alla rotonda e perfetta riconoscibilità del suo stile, come puoi intuire anche solo sbirciando il suo coloratissimo profilo Instagram. Se dovessimo definire questa identità in una parola, potremmo prenderne in prestito una che Mary una spesso per se stessa: nerd. Anche questa è una cosa piuttosto contemporanea: tutta la creatività oggi è una grande rivincita collettiva dei nerd, di quel modo di appassionarsi e coltivare i propri gusti, di quell’universo condiviso di riferimenti.

Cosa significa per te essere nerd?

«È una cosa che so da sempre di me, credo. Si è poi rafforzata con l’età e anche dall’unione con Andrea, che oggi è mio marito. Ci siamo coltivati a vicenda, incrociando i flussi delle nostre passioni. È un lato del mio carattere frutto della passione per i film con i quali è cresciuta la nostra generazione: dai Goonies alla Storia infinita, e poi per i fumetti, le Serie Tv come Friends e Lost… Insomma, il pane quotidiano delle nostre adolescenze. Da Andrea ho preso Star Wars, che ho guardato tardi rispetto a molte altre persone».

foto feed IG Scavetta

credits: @marylovest

E la tua formazione come si è sviluppata?

«Laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti, una formazione artistica classica culminata in una tesi sull’allestimento di una mostra su Ennio Morricone e le sue colonne sonore. Questo percorso mi ha dato soprattutto una cosa: l’idea di vita creativa come di una continua ricerca di nuove mostre, nuovi artisti, cercare sempre novità e tendenze, leggere la realtà attraverso la curiosità».

La sua cura fotografica per il colore, il dettaglio e la composizione l’ha fatta presto notare alle aziende, che scelgono Mary proprio per questo stile così riconoscibile, un matrimonio tra il prodotto – dal brand di cartoleria ai calzini – e l’identità visiva di Mary.

«Vengono da me quando non vogliono la classica foto di prodotto, ma qualcosa di unico e diverso».

In un certo senso, la logica vale anche per il suo percorso da creatrice di eventi, che nel suo caso sono soprattutto celebrazioni, con un occhio particolare alle feste per bambini. E infine, c’è il terzo ramo della creatività: i piccoli oggetti artigianali che Mary vende sulla piattaforma digitale Etsy e nei mercatini che ama tantissimo frequentare. Dalle tovagliette (Mary è esplosa su Instagram anche grazie alle foto delle sue colazioni) alle presine per la cucina, passando per le fodere per i cuscini fino ad arrivare alle bustine da usare come astuccio. Il suo sogno e prossimo progetto è proprio avere uno shop online tutto suo, dove vendere queste creazioni, senza intermediari.

Questa manualità come entra nella tua vita? Si tratta di un’attitudine innata?

«È qualcosa che amavo fare fin da bambina, con mia madre che è una sarta. La parte del cucito è tutta merito suo, senza di lei non saprei fare nulla; mi ha insegnato tutte le basi e ancora oggi ci capita di cucire e ricamare insieme».

Come hai costruito il tuo stile?

«La scintilla è la passione per il mondo dell’arte, che rimane la mia prima fonte di ispirazione: da Roy Lichtenstein, per la sua unione di colore e di fumetto, a Salvador Dalì, un genio totalmente fuori dall’ordinario. E poi c’è la street art, che è uno stimolo formidabile per la creatività. A volte anche guardare le campagne pubblicitarie può essere un buon modo per tenersi aggiornati, anche se poi tutto deve diventare personale. L’identità è la cosa più importante: i clienti devono venire da me perché vogliono proprio me».

Come costruisci i tuoi set su Instagram o per i brand?

«Spesso è una questione d’ispirazione istantanea e istintiva. Prendo le cose che sono in casa e cerco le associazioni di colore, poi vado a inserire i vari elementi per creare un’armonia.

E infine c’è una cosa fondamentale: l’autenticità. La colazione che fotografo deve essere una vera colazione che faccio innanzitutto per me. Il caffè poi me lo bevo, la ciambellina me la mangio. Le foto possono essere anche costruite, ma nascono sempre da una storia di vita quotidiana».

foto IG Feed Scavetta–colazione

credits: @marylovest

Quanto sono stati importanti i social in questo percorso?

«Tantissimo. Mi hanno permesso di entrare in contatto con le persone, cercare ispirazione e stringere collaborazioni. Ma, ancora prima di questo, mi hanno permesso di far uscire la mia immaginazione fuori dalla porta di casa, ed è la cosa più importante che ha fatto sì che mi mettessi in gioco. Oggi, se scorro il mio profilo Instagram, vedo la storia della mia creatività».

E tu, quanta creatività e cura del colore metti nel tuo profilo Instagram? 

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