Travel on Art, storia di due divulgatrici d’arte

Tutto nasce da un blog, poi le collaborazioni con musei, il podcast, e ora un co-working. Ecco hanno trasformato l'amore per arte e viaggi in un lavoro

Anna Fornaciari e Anastasia Fontanesi sono due tra le divulgatrici digitali di arte contemporanea più affermate e capaci in Italia. La loro è una galassia di progetti: il blog Travel On Art e la pagina Instagram, dove intrecciano arte e viaggi, il podcast Art&Chips, il nuovo spazio coworking ed eventi ReFactory a Reggio Emilia. Il loro cantiere di idee è stato inaugurato otto anni fa e, come spesso accade, il merito è stato di un viaggio, anzi due.

Anastasia esplorava l’Australia grazie a un’esperienza working holiday che l’aveva portata a Melbourne, nel deserto e in fattoria. Anna viaggiava seguendo la costa americana da Los Angeles a Vancouver. Fu un’amica comune a metterle in contatto: «potreste piacervi», disse, e aveva ragione.

Anna e Anastasia si messaggiarono, condivisero esperienze, e al ritorno decisero di viaggiare insieme. Il debutto fu in Turchia, da Istanbul alla Cappadocia, poi un soggiorno a Procida, dove il progetto Travel On Art inizia a prendere forma.

«Ci siamo dette che invece di condividere individualmente sui nostri canali quello che vedevamo, sarebbe stato bello creare un unico blog che parlasse di viaggi culturali e arte contemporanea», racconta Anna.

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credits: @travelonart

Come nasce la passione per l’arte?

Anna: «Io ho lavorato per diversi musei, ma ero appassionata già dalle superiori».
Anastasia: «Io avevo la passione per l’outdoor e con Anna ci siamo contaminate. È il bello di lavorare e crescere insieme: lei mi ha trasmesso la sua conoscenza artistica, io le ho insegnato la gioia della vita all’aria aperta».
Anna: «I nostri focus sono urban art, fotografia, arti performative e abbiamo un amore profondo per la land art. Ci sono progetti bellissimi sulle Dolomiti, come Smach a San Martino in Badia e Respirart in Val di Fiemme ; quest’ultimo è il parco di land art più alto d’Italia. E sono interessantissime le opere di Mauro Staccioli a Volterra».
Anastasia: «La land art sembra fatta per le nostre contaminazioni, perché spesso devi fare trekking per arrivare sul sito».

I primi anni di Travel On Art sono stati come quelli di ogni startup, frenetici e avventurosi. Le collaborazioni sono arrivate dal terzo in poi. «Non siamo quasi mai noi a proporci, ma sono stati enti del turismo e aziende a farsi avanti per creare insieme dei progetti».
Anastasia e Anna hanno usato il 2020, anno difficile per i travel influencer, per rifocalizzare il business iniziando a produrre e distribuire ebook gratuiti per approfondire gli spazi di arte contemporanea in Italia. «Ci hanno dato tanta visibilità ed è così che è nato il passo successivo: uno shop digitale per offrire consulenze a realtà culturali che vogliono aprirsi al digitale». Oggi il canale principale è il blog, seguono Instagram e Facebook. C’è una newsletter, dove inviano guide gratuite di viaggio e, di recente, è arrivato anche Art&Chips, il loro primo podcast che si va ad aggiungere di diritto alla lista che avevamo stilato tempo fa.

Com’è stata l’esperienza podcast? Come avete imparato?

Anastasia: «Dopo il primo non eravamo soddisfatte, ci sembrava di leggere un testo, di recitare. Poi qualcosa ha fatto ‘clic’ e abbiamo capito che il podcast è uno spazio di racconto intimo, utile a trasmettere una visione più personale delle cose. Per questo, necessita di un linguaggio diverso. E quando lo abbiamo capito, siamo migliorate».
Anna: «Sembra banale ma l’attrezzatura professionale fa la differenza. Le prime volte usavamo le note audio del telefono… Conta la pratica e capire cosa funziona meglio per te. Io vado a braccio, Anna preferisce leggere una traccia scritta».

Come sta cambiando il modo di comunicare l’arte nel contesto digitale e quale contributo state provando a dare?

Anna: «L’arte è uno dei settori più acerbi per la comunicazione digitale. Tuttavia il 2020, con la chiusura prolungata degli spazi culturali, ha dato una spinta importate per innovare, perché semplicemente non c’era altra scelta. Il mondo dell’arte è in piena startup comunicativa, l’importante è capire che non ci si può improvvisare.
È una strada lunga, non si creano palinsesti social dall’oggi al domani, ogni cosa va programmata con attenzione».

L’ultima creatura è ReFactory, spazio di co-working nella loro Reggio Emilia. Era un vecchio laboratorio di produzione del miele, poi a lungo una stamperia. «Lo abbiamo sistemato, ma per noi era troppo grande, così abbiamo creato qualche postazione da condividere con professionisti del digitale». ReFactory rispecchia l’anima delle due creatrici, sempre alla ricerca di contaminazioni e incontri. Include uno spazio espositivo, uno studio dove si progettano i viaggi di Travel On Art, mostre del Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia. È un luogo dove succedono cose e si sviluppano idee.

ReFactory, l'hub per freelance digitali fondato da Anna e Anastasia

credits: Marcella Fava via ReFactory

Che consiglio dareste a chi si vuole avvicinare all’arte contemporanea, ma non sa da dove partire?

Anna: «Travel On Art nasce proprio per ridurre lo smarrimento dinanzi all’arte contemporanea. Il bello di quest’arte è che la puoi interpretare, perché come visitatore sei parte attiva e integrante delle opere stesse; ma hai anche bisogno di informazioni. E nella divulgazione si può partire anche dai social, ma ci sono anche tanti altri art sharer in grado di aprire un mondo. E poi ci sono i podcast per informarsi su un artista prima di visitare la mostra: utilissimi!».

Salto al futuro: quali sono le sfide che dovranno affrontare le nuove generazioni per conservare e valorizzare il patrimonio culturale che possediamo?

Anastasia: «Abbiamo lavorato a vari progetti di formazione con ragazzi e ragazze delle superiori che sono di una freschezza mentale unica, perché riescono a unire digitale e cultura con grande naturalezza. Il futuro è questo: strumenti come Tik Tok e Twitch, nati per altri contesti, saranno perfetti per la divulgazione dell’arte. Il settore diventerà sempre più trasversale e contaminato, mentre la prossima frontiera sarà la sinergia con i videogame».

Quale strumento media preferisci per informarti sull’arte contemporanea? Conoscevi già la storia di Anna e Anastasia, ti è stata d’ispirazione la loro esperienza? Scrivicelo nei commenti. 

Cover image credits: @travelonart

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