Myriam si definisce una food mentor: aiuta persone, famiglie e aziende a costruire un rapporto più sereno e gioioso col cibo e l'atto di prepararlo. Scopri di più nella nostra intervista
Il motto di Myriam Sabolla è «cooking is caring», «cucinare è avere cura». Tutta la sua attività di mentore del cibo, autrice e creatrice di contenuti sull’alimentazione (qui il suo profilo Instagram) parte da questa idea:
«La cucina è innanzitutto amore e cura: verso noi stessi, verso le persone che amiamo e verso il pianeta».
Myriam si definisce consulente e food mentor, ma potremmo sintetizzare la sua attività come mediatrice per un rapporto più evoluto con i fornelli. Supporta persone, famiglie e aziende ad avere un approccio più sano e sereno con l’atto di cucinare, attraverso corsi, lezioni e altri momenti di formazione individuale o di gruppo.
«C’è una vulgata sul fatto che le persone non cucinano perché non ne hanno voglia. Ecco, io invece credo che sia solo mancanza di tempo, perché ormai tutti abbiamo vite incasinate. Quello che provo a fare io è dare una mano con la gestione, l’ordine, l’organizzazione del tempo e dello spazio in cucina».
Come nasce la tua passione per la cucina?
«È una storia un po’ buffa. Ero una bambina del tutto inappetente, odiavo mangiare e non mi piaceva nessuna verdura. Quest’ultima cosa la racconto in particolare per confortare mamme e papà disperati perché i figli non le mangiano: si cambia. Infatti io ho superato quei blocchi e a vent’anni, quando sono andata a vivere da sola in Irlanda, ho scoperto il piacere di cucinare, sperimentare, fare la spesa, provare ingredienti nuovi. In quel momento ho iniziato a studiare».
Cosa facevi prima di diventare food mentor?
«Ho lavorato per dodici anni come Social Media Manager e Digital Strategist. Seguivo la comunicazione per catene di ristoranti, aziende food, negozi legati al cibo. Il mio mondo era già questo, insomma. Poi quando è nata la mia prima figlia ho iniziato a essere un po’ insofferente a certe dinamiche del mondo della comunicazione e a volere mettere a frutto le mie capacità in un progetto personale».
Myriam ha fatto il suo grande salto a 34 anni, si è lasciata la vecchia vita professionale alle spalle e ha preso sei mesi sabbatici, per studiare e costruire, ha seguito un corso alla Joja Academy, importante scuola di cucina vegetariana e naturale, ha frequentato corsi come organizzatrice di eventi e ha racchiuso il tutto nel progetto The Food Sister.
Cos’è The Food Sister?
Con The Food Sister Myriam si propone come una «sorella», una persona di famiglia insomma, che ti aiuta a rimettere in ordine il tuo rapporto con il cibo. Offre supporto a mamme che vogliono riscoprire la gioia di cucinare, o a padri separati che non avevano mai dovuto farlo e si trovati «costretti a imparare», a giovani che vogliono smettere di affidarsi al delivery per mangiare. Inoltre Myriam fa corsi in azienda per insegnare ai dipendenti a gestire il rapporto tra alimentazione e smart working, tema sul quale ha scritto anche un libro: Mangia bene e lavora meglio.
Credits: @the_food_sister
Come funzionano le tue consulenze?
«Con la pandemia una buona parte della mia attività si è trasferita online, ma ci sono lezioni che faccio ancora di persona. In entrambi i casi partiamo dal riordino della cucina, un vero e proprio decluttering; poi andiamo a fare insieme la spesa, vediamo si fa a organizzare un menu settimanale, come si possono preparare i pasti in anticipo. Poi ci sono i corsi di cucina veri e propri. Il ciclo, in generale, va da tre a dieci ore».
Qual è la filosofia che cerchi di trasmettere sull’alimentazione?
«Serenità e gioia. La cosa importante è che cucinare non diventi l’ennesimo obbligo da assolvere nell’arco della giornata, l’ennesima operazione meccanica e ripetitiva.
Voglio aiutare le persone a riscoprire la componente di bellezza e di creatività, e trasmettere l’idea che si possa farlo senza stress, senza ansia e senza perdere troppo tempo».
Come funziona invece la tua community online?
«C’è un bello scambio, provo a passare contenuti che siano innanzitutto utili per le persone. Ogni lunedì pubblico un planning con le ricette suggerite per la settimana, una cosa che la community apprezza molto. A volte condivido anche aspetti della mia emotività, non ho problemi a dire che sono un po’ travolta o stanca, penso che sia necessario normalizzare le difficoltà di vita, uscire da un’idea di social nei quali devono tutti sembrare Wonder Woman o Superman».
Credits: @the_food_sister
Un punto fermo della visione di Myriam è la scelta vegetariana, fatta ormai dieci anni fa, per motivi etici e di sostenibilità. «Non voglio supportare lo sfruttamento degli animali e dell’ambiente», spiega, ma non è solo una questione di rinunce. «Trovo molto affascinante il mondo dei vegetali dal punto di vista culinario, ti pone davanti a delle sfide sempre nuove, è colorato». Se il potenziale della cucina vegetale ti interessa, un’altra persona da scoprire è Luisa Manfrini, l’avevamo intervistata qui.
Nel futuro, per Myriam, c’è un lavoro da fare sulla scalabilità del progetto, per rendere più facile gestire la parte del corsi. «Sto valutando delle modalità di fruizione non in diretta, una piattaforma di contenuti che siano anche scaricabili in un secondo momento». Una sorta di piccolo Netflix della cucina sana e sostenibile. Sempre con la stessa idea: «Cooking is caring».
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