Sai cosa sono RegTech e SupTech? Non supereroi, ma tecnologie al servizio della finanza sostenibile. Ti spieghiamo come funzionano
In un mondo dominato dall’incertezza, la finanza sostenibile è un must. Pensare solo al profitto, in un contesto mondiale in cui pandemia, cambiamenti climatici e drammatiche guerre mettono gli ecosistemi sempre più a rischio, non è più possibile.
La finanza sostenibile è l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria: si pone l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo, indirizzando i capitali verso attività che non solo generino un plusvalore economico, ma siano utili alla società e non siano a carico del sistema ambientale.
Insomma, la finanza sostenibile raccoglie gli strumenti in grado di dare risorse e ossigeno a progetti che abbiano ricadute positive sui territori, sull’ambiente e nella sfera sociale. È una sfida importantissima, in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Per fare questo, gli istituti finanziari possono contare sull’apporto di alcune soluzioni tecnologiche, che rendono più semplice valutare iniziative, investimenti e progetti. Vediamo insieme la tecnologia che spingerà questo settore finanziario.
IA e big data per misurare i criteri ESG
Come fa notare il Financing for Sustainable Development Report 2021 delle Nazioni Unite, la finanza tradizionale si affida ancora a modelli di valutazione del rischio che non prevedono parametri relativi al clima o gli effetti delle diseguaglianze.
Introdurre criteri di sostenibilità significa cambiare il modo in cui si inquadra la bontà di un investimento o la solidità di una banca o un’istituzione.
Anche per evitare il rischio di green washing, quella pratica per cui aziende e istituzioni si lanciano in campagne e iniziative con intenti all’apparenza lodevoli, ma che in fondo non comportano reali benefici o ricadute positive su persone, territori e clima.
Ecco quindi che arrivano i cosiddetti criteri ESG. Questo acronimo di tre lettere sta per Environmental, Social and Governance (ambiente, sociale e governance) e rappresenta un insieme di criteri finanziari utilizzati per valutare la sostenibilità delle imprese e, di conseguenza, degli investimenti.
Ma valutare le ricadute non monetarie di un progetto non è semplice. Si tratta di un terreno ancora da esplorare e diverse normative stanno nascendo ora: si pensi ad esempio alla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive della Commissione Europea, che obbligherà le grandi imprese e le PMI quotate a documentare le proprie iniziative sostenibili, o alla SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) che fissa criteri precisi per tutti i prodotti finanziari green.
Per aiutarci a valutare la sostenibilità di un progetto o un’istituzione finanziaria, ci vengono in aiuto tecnologie di ultima generazione come l’intelligenza artificiale e la big data analysis declinate attraverso due strumenti relativamente nuovi: il SupTech e RegTech. Due nomi che ti spiegheremo ora.
RegTech: la tecnologia per controllare i requisiti normativi
Si chiama RegTech e nasce dall’unione delle Regulatory e Technology e ha l’obiettivo di alleggerire e velocizzare il lavoro degli uffici legali delle istituzioni bancarie.
Avrà un ruolo sempre più importante perché, a partire dalla crisi finanziaria del 2008, sono aumentati gli obblighi normativi da rispettare, per esempio per un’impresa che ha bisogno di un prestito per avviare un progetto.
Inoltre sono a piano diverse normative che puntano ad evitare il fenomeno del green washing, iniziative di facciata, false promesse o campagne di comunicazione con intenti all’apparenza lodevoli, che però non hanno alcun effettivo beneficio in termini di ricaduta sul territorio.
Come se non bastasse, ad aumentare ancora il livello di difficoltà oggi ci pensano gli strumenti non tradizionali utilizzati da persone e enti per finanziarsi – come il crowdfunding e il peer-to-peer lending: opportunità interessanti, che generano però potenziali rischi, tutti da valutare.
Quindi quando una banca deve soppesare se concedere un finanziamento per un progetto innovativo a scopo sociale, l’intelligenza artificiale e la big data analysis vengono in aiuto, macinando in pochissimo tempo le normative di riferimento, identificando lacune e suggerendo correzioni all’attore che ha richiesto denaro.
Inoltre, a partire dal settore di riferimento e dai dati di bilancio, queste tecnologie riescono a confrontare il progetto con altre iniziative simili e verificare se ci sono pattern coerenti che ne garantiscano il successo.
SupTech: per una finanza sostenibile e a prova di truffa
Il secondo strumento chiave per valutare oggi la sostenibilità di un progetto finanziario è il SupTech.
L’acronimo SupTech unisce Supervisory e Technology e indica l’uso da parte delle autorità finanziarie, di vigilanza e di regolazione, di strumenti avanzati di raccolta e analisi di dati, consentiti da tecnologie innovative.
Il SupTech entra in gioco quando un progetto sostenibile prende vita. Allora inizia una fase molto delicata: verificare che nessuno si stia approfittando di questa opportunità per fini illeciti o poco trasparenti.
È un tema importante perché impatta anche sulla fiducia dei mercati: con strumenti adeguati, infatti, queste tipologie di investimenti possono prendere ancora più slancio. Senza di essi, invece, gli investitori possono rimanere titubanti. Ed ecco che questa tecnologia rivela la sua utilità.
I muscoli digitali del SupTech sono sempre l’intelligenza artificiale e i big data e vengono utilizzati per analizzare enormi quantità di dati alla ricerca di segnali anomali, per prevenire – ad esempio – attività di riciclaggio di denaro. La tecnologia oggi disponibile è molto potente perché non solo è in grado di interpretare i numeri, ma setaccia tantissime fonti dirette e indirette: fa analisi dei network per identificare gli spostamenti di denaro sospetti, utilizza il natural language processing per leggere testi e verificarne la coerenza o denunciare espressioni lacunose.
In poche parole, il SupTech aiuta le istituzioni a trasformare dati che possono sembrare scollegati o poco significativi in informazioni strutturate. È un settore molto promettente sul quale anche in Italia si stanno facendo progressi importanti, documentati dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.
Gli investimenti che rispettano i criteri ESG
Sei interessato a investire in finanza sostenibile? Come conferma uno studio pubblicato da Bankitalia, negli ultimi cinque anni l’offerta globale di green bond è aumentata, raggiungendo in Italia il 3% dei titoli emessi dal settore privato. Una quota in linea con la media degli altri Paesi.
Per sapere di più sull’offerta di ING, consulta la pagina dedicata ai fondi sostenibili ESG su ing.it o parla con uno dei nostri Financial Coach.
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