Trova serenità e concentrazione nella tua giornata lavorativa seguendo i precetti del Wu wei daoista e dell'Ikigai giapponese
Armonia e sostenibilità. Sono questi gli obiettivi delle filosofie orientali, e non i desideri che – a volte – sono solo il frutto di condizionamenti e non coincidono con le tue ragioni di vita. Studiarle e farle tue può aiutarti nel tuo percorso di mindfulness (consapevolezza) e portarti a cambiare il tuo approccio al lavoro, agli obiettivi, alla carriera e persino alla relazione con i colleghi, per restare nel qui e ora in modo più consapevole.
In particolare, in questo articolo ti racconteremo come migliorare la tua vita con l’Ikigai giapponese e il Wu wei daoista.
Trovare la propria missione con l’Ikigai
Riflettere sul senso della vita prima di accendere il computer e dedicarsi ai task può sembrare spropositato. Ma è proprio questo il punto. Secondo questa filosofia giapponese, tutti possediamo un nostro Ikigai (iki-vivere, gai-ragione) ma spesso non ne siamo coscienti.
La consapevolezza nasce quando siamo “centrati” sulle attività che facciamo, e ciò ci permette di trovare l’entusiasmo mentale e la forza fisica per affrontare le nostre sfide. Nello specifico, l’Ikigai aiuta a riflettere su quattro elementi, che devono convivere in equilibrio:
- Ciò che ami. È la fonte del piacere e dell’appagamento personale. Include ciò che faresti fino a notte fonda, anche senza esser pagato. Proprio per questo devi fare attenzione, perché può trasformarsi in frustrazione se non ti garantisce anche benessere economico.
- Ciò che sai far bene. A questo punto serve un esercizio di sincerità: non esiste il talento innato. Per diventare bravo nel fare ciò che ami c’è bisogno di esercizio e pratica quotidiana. Altrimenti si tratta di un hobby e non di una passione. Per esempio: puoi amare suonare la chitarra senza voler diventare Jimi Hendrix. Ed è qui che si crea la prima tensione: l’Ikigai non suggerisce di dedicarti solo alle passioni o solo al profitto, ma invita a trovare occasioni per fare – sul lavoro – ciò che ti piace e farlo sempre meglio.
- Ciò per cui vieni pagato. Questo elemento dà la stabilità. Percepire un reddito ti permette di vivere una vita dignitosa, ma senza passione e senza che il tuo talento venga valorizzato, percepirai un senso di vuoto. E quindi è un invito a non adagiarsi.
- Ciò di cui il mondo ha bisogno. Secondo l’Ikigai i punti precedenti, da soli, non bastano. Per ottenere la gratificazione devi anche incontrare la tua vocazione. Cioè far sì che il tuo contributo faccia del bene anche agli altri.
Dopo una prima lettura forse sei tentato di liquidare l’Ikigai perché troppo complessi. Ma questo non insegna a portare a termine imprese epiche, piuttosto a trovare la gioia nelle piccole cose, come racconta il neuroscienziato giapponese Ken Mogi nel suo libro “Il piccolo libro dell’Ikigai – La via giapponese alla felicità“.
Per praticare l’Ikigai quindi domandati ogni giorno se, tra le tante azioni che fai, c’è qualcosa che ami, c’è qualcuno disposto a pagarti per rifarla e se fa del bene agli altri. E dagli sempre più spazio. Non è solo un esercizio individuale, vale anche per i manager che, interrogandosi su questa armonia, possono aiutare i collaboratori e raggiungere un livello superiore di benessere.
Lavorare senza lavorare: l’arte del wu wei
Il secondo concetto che vorremmo raccontarti proviene dalle filosofie daoiste e si può tradurre con “non agire”. Non significa affatto abbandonarsi alla pigrizia, punta invece al raggiungimento “dell’’azione senza sforzo”, cioè senza secondi fini, senza ambizioni di controllo o di potere.
Troppo confuso? Pensa ai racconti degli atleti che, per infrangere un record, sono talmente concentrati da non percepire neppure lo scorrere dei propri pensieri. Nel Dao (che in cinese significa “la via”), infatti, tutto ciò che ci circonda è in armonia e ogni nostro sforzo di dominarlo non fa che turbarla. Quindi è importante adattarsi ed “essere come l’acqua”, che continua a scorrere nonostante tutto.
Il Wu wei ci suggerisce che le azioni sono più importanti delle ambizioni dell’io.
Declinando quest’idea nel mondo del lavoro, è un invito a cercare quello stato di flusso mentale in cui sei talmente focalizzato da non percepire fatica, perché ciò che fai è talmente piacevole da farti dimenticare perfino i tuoi desideri. Perché, per chiudere il cerchio, essi coincidono con ciò che stai facendo.
Pensi che queste filosofie potranno aiutarti nel gestire il tuo lavoro di tutti i giorni?
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