Novembre si è chiuso sotto il segno delle vendite per i listini azionari. L'ad di Moderna teme che i vaccini siano meno efficaci contro la nuova variante del Covid. E i prezzi corrono
I timori legati alla nuova variante Omicron del Coronavirus e l’inflazione in continuo aumento hanno preso il sopravvento a fine mese sull’umore degli investitori, spingendo i listini azionari europei a concludere novembre con un bilancio in rosso. Dopo il rally che aveva spinto gli indici su nuovi massimi lo scorso 15 novembre, nelle ultime sedute del mese le Borse hanno invertito bruscamente la rotta: a Piazza Affari il Ftse Mib ha così perso il 4% circa rispetto alla chiusura del 29 ottobre, mentre Parigi ha ceduto l’1,6%, Londra il 2,46%, Francoforte il 3,75% e Madrid ben l’8,31%. Complessivamente, l’indice Stoxx 600 europeo ha lasciato sul terreno il 2,64% a novembre.
Covid e inflazione guastano le feste
A smorzare ogni entusiasmo ha contribuito l’intervento dell’ad di Moderna, Stephane Bancel, secondo cui i vaccini potrebbero essere meno efficaci contro la variante Omicron. Ma hanno avuto un peso anche le parole del numero uno della Fed, Jerome Powell, convinto che l’aumento dell’inflazione non possa più essere considerato “transitorio”.
Nella prossima riunione del comitato esecutivo, ha aggiunto Powell, si discuterà della possibilità di accelerare la riduzione del programma di acquisto di titoli.
Tra i fattori che alimentano le ansie sul tema inflazione, ci sono in particolare il maxipiano di spesa del presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che ha recentemente apposto la sua firma sulla legge sulle infrastrutture da 1.200 miliardi di dollari – e il rally dei prezzi del gas in Europa.
Caro-prezzi senza sosta
I dati, del resto, parlano chiaro: in novembre l’inflazione nell’eurozona ha segnato un incremento del 4,9% rispetto a un anno fa (i prezzi dell’energia hanno registrato l’impatto più alto, +27,4%): si tratta del maggiore aumento su base annuale da quando sono iniziate le registrazioni di questi dati, cioè nel 1997.
In Italia, certifica Istat, la crescita è stata del 3,8% (era salita del 3% a ottobre), il livello più alto dal 2008.
Anche in Germania i prezzi stanno salendo in modo vertiginoso, con un balzo del 6% su anno a novembre (l’aumento maggiore dal 1992), dopo il +4,6% di ottobre. Probabilmente il caro-prezzi avrà un impatto negativo anche sul Natale, gelando i consumi in quello che doveva essere l’anno della ripresa.
Altri numeri sulla salute dell’economia
Intanto i dati sull’andamento del Pil continuano a essere incoraggianti: nel terzo trimestre 2021, il Pil italiano destagionalizzato è salito del 2,6% rispetto al trimestre precedente, portando la crescita acquisita nell’anno a 6,2%.
In aumento del 3,7% il Prodotto interno lordo della zona euro, sempre nel periodo luglio-settembre. In calo invece, rispetto al mese di ottobre, la fiducia dei consumatori statunitensi, che segna 109,5.
Petrolio in calo
In discesa il prezzo dell’oro nero, con il Wti che ha archiviato novembre a 68,08 dollari al barile e il Brent che il 30 novembre quotava 71,34 dollari al barile. A proposito di petrolio, il presidente Usa Joe Biden ha annunciato che rilascerà 50 milioni di barili di petrolio greggio dalla riserva nazionale – uno sforzo coordinato con Gran Bretagna, India, Cina, Giappone e Corea del Sud – per raffreddare i prezzi dell’energia. La mossa arriva dopo i tanti appelli all’Opec+ di incrementare l’offerta, tutti caduti nel vuoto. È la prima volta che Washington coordina un’azione del genere insieme a Paesi che sono i maggiori consumatori di petrolio del mondo.
Quarta ondata in corso
Sul fronte della pandemia, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha chiesto di intervenire con decisione, perché il Vecchio Continente rischia di arrivate a 2 milioni di vittime totali di Covid entro marzo 2022. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che introduce il Green Pass a due livelli: un lasciapassare “rafforzato” per chi è vaccinato o guarito, che si distingue da quello “base” valido per una manciata di ore dopo l’esito del tampone antigienico o molecolare.
Le nuove regole saranno in vigore dal 6 dicembre al 15 gennaio, anche in zona bianca. Nel dettaglio, per accedere ai posti di lavoro basterà il tampone, mentre bar e ristoranti al chiuso, palestre, impianti sportivi, cinema, teatri, discoteche, spettacoli, feste e cerimonie pubbliche saranno aperte solo a vaccinati o guariti.
Intanto, dal primo dicembre tutti i cittadini maggiorenni per i quali sono trascorsi almeno 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale potranno prenotarsi per la terza dose del vaccino anti Covid.
Nuovo governo in Germania
Sarà Olaf Scholtz il nuovo cancelliere tedesco. Primo socialdemocratico a ricoprire questo ruolo da 16 anni, dovrebbe essere eletto già il 6 dicembre: guiderà un governo nato dall’alleanza tra socialdemocratici, verdi e liberali.
Faccia a faccia virtuale
Si è svolto recentemente il primo vertice virtuale tra il presidente americano Biden e il leader cinese Xi Jinping. Per Biden, Cina e Stati Uniti hanno “una responsabilità nei confronti del mondo intero”, quindi bisogna evitare che la competizione tra le due potenze “scivoli, volontariamente o meno, in un conflitto”. Per Xi le due potenze mondiali “possono collaborare per la causa comune della pace e dello sviluppo”.
Clima protagonista
La 26esima Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici indetta dall’Onu si è conclusa con un set di impegni condivisi abbastanza generico nei toni. Il compito, del resto, era arduo: mettere d’accordo le aspirazioni “green” del mondo sviluppato, che però sotto sotto continua a strizzare l’occhio ai combustibili fossili, e le ambizioni di crescita economica del mondo emergente, che reclama il diritto a inquinare come hanno fatto in passato – per anni e senza limiti – i Paesi sviluppati.
Xi verso l’infinito e oltre
Il vertice del Partito Comunista cinese ha chiesto al Paese di “unirsi intorno al Partito con Xi al centro” per raggiungere gli obiettivi fino al 2049: il che apre la strada a una presidenza Xi Jinping a tempo indeterminato. Prima, soltanto il padre fondatore Mao Zedong e il riformatore Deng Xiaoping sono stati protagonisti di una risoluzione di questo tipo. Ed entrambi hanno continuato a tenere le redini della politica del Partito fino alla loro morte.
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