Il Fondo Monetario Internazionale ha ritoccato al rialzo le stime di crescita un po’ ovunque. Anche in Italia
A oltre un anno dallo scoppio dell’emergenza Covid, la pandemia continua a mietere vittime e la popolazione mondiale sta ancora fronteggiando gravi difficoltà sul piano sociale ed economico. Ma non siamo qui per elencarti notizie preoccupanti che già conosci. Al contrario, c’è una buona notizia: complici l’arrivo dei vaccini e i massicci aiuti monetari e fiscali erogati dalle istituzioni, finalmente si inizia a intravedere una luce in fondo al tunnel. Parola del Fondo Monetario Internazionale che, seppur con le dovute cautele, tratteggia per la prima volta un quadro in cui sembrano esserci più luci che ombre.
Migliorano le previsioni di ripresa
Nel suo World Economic Outlook pubblicato a marzo, l’istituto di Washington ha ritoccato al rialzo le previsioni sull’economia globale per il 2021 e il 2022, sottolineando che – al netto dell’elevata incertezza riguardo alla dinamica della pandemia – si comincia a mettere a fuoco, all’orizzonte, un’uscita da questa crisi sanitaria ed economica.
Veniamo ai numeri: dopo il crollo del 3,3% del PIL mondiale nel 2020, ora il Fondo Monetario si aspetta un rimbalzo del 6% nel 2021 e un +4,4% nel 2022 a livello globale.
Com’è messa l’Italia?
Anche qui da noi le previsioni migliorano: il PIL italiano dovrebbe crescere del 4,2% quest’anno (1,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio) e del 3,6% nel 2022. Quanto al debito pubblico, tallone d’Achille del nostro Paese, esso dovrebbe aver toccato il 155,6% del Prodotto Interno Lordo nel 2020, ed è previsto al 157,1% nel 2021, per poi scendere al 155,5% nel 2022 e al 151% nel 2026. Lo scorso gennaio, il Fondo Monetario indicava il rapporto debito-PIL del 2020 al 157,5% e poi al 159,7% nel 2021. Insomma, forse ce la caviamo “meno peggio” del previsto.
Stati Uniti col turbo grazie agli stimoli fiscali
Ma sono gli Stati Uniti il vero motore della crescita. Merito soprattutto del maxi-pacchetto di stimoli fiscali da 1.900 miliardi di dollari varato dal presidente Biden: le stime di ripresa sono state migliorate di 1,3 punti percentuali per il 2021 al +6,4% e di 1 punto per il 2022 al +3,5%. Con questa performance, gli States saranno l’unica grande economia a superare il livello di PIL che il Fondo si aspettava raggiungesse nel 2022, in assenza della pandemia.
In realtà, se guardiamo ai numeri, a tirare su la media ci pensa come al solito la Cina: unica grande economia a non aver registrato una recessione nel 2020 (il PIL è salito del 2,3%), dovrebbe registrare una crescita del +8,4% quest’anno (+0,3 punti rispetto alle stime di gennaio) e del +5,6% il prossimo (invariato).
Le sfide e le opportunità all’orizzonte
“Grazie all’ingegno della comunità scientifica, abbiamo una molteplicità di vaccini che possono ridurre gravità e frequenza delle infezioni”, ha commentato Gita Gopinath, capoeconomista dell’FMI. “Parallelamente, l’adattamento alla vita pandemica ha consentito all’economia di fare bene nonostante la limitata mobilità, spianando la strada a un rimbalzo, in media, più forte del previsto”.
La capoeconomista dell’istituzione di Washington ha citato proprio i nuovi stimoli USA tra i fattori che hanno determinato le revisioni in meglio. Ma ha anche precisato che le prospettive potrebbero cambiare ancora: se da un lato una campagna vaccinale più rapida delle attese potrebbe far accelerare la ripresa, dall’altra le varianti del virus potrebbero mettere a repentaglio l’immunità vaccinale e determinare pesanti revisioni al ribasso.
Non solo. La “divergenza nella velocità di ripresa tra Paesi e all’interno delle stesse economie” getta delle ombre su un sistema finanziario interconnesso: un antipasto è arrivato dalla crescita dei rendimenti obbligazionari americani (link).
Proprio alla luce di questa ripresa a diverse velocità, il Fondo Monetario invita i governi ad adottare un approccio “sartoriale” nell’erogazione degli stimoli, ritenuti ancora necessari.
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