Sentire di non meritare nulla e svalutarsi: sono i sintomi della sindrome dell'impostore. Ecco come riconoscerli e disinnescarli in modo costruttivo
Sei appena stato assunto, sei stato scelto per una promozione, ti hanno contattato per un incarico di prestigio e tutto quello che riesci a pensare è “non me lo merito”, “è stato un colpo di fortuna”, “ci sono persone più qualificate di me”? Quello che stai provando si chiama sindrome dell’impostore.
Prima di tutto, sappi che non sei solo: secondo l’American Psychological Association circa un terzo dei giovani e il 70% delle persone si è sentito impostore almeno una volta nella vita.
Chiariamoci: in una certa misura, mettersi in discussione e guardare al futuro con umiltà è assolutamente salutare. Così come non aver paura di chiedere aiuto agli altri quando necessario. Quando però i tuoi pensieri diventano tarli, la sindrome dell’impostore può trasformarsi in qualcosa di davvero dannoso, portandoti a compiere sforzi oltre i tuoi limiti pur di non deludere gli altri (o te stesso), aumentando il carico mentale fino al burnout (qui ti abbiamo raccontato come alleggerirlo).
Potresti persino finire vittima di una “profezia che si autoavvera”: ovvero, per dimostrare a te stesso che i tuoi dubbi sono fondati, arrivare a mettere in atto piccole e grandi azioni di auto-sabotaggio che finiranno per farti perdere l’occasione conquistata.
Senza improvvisarci psicologici, in questo articolo vogliamo offrirti qualche suggerimento per contrastare i dubbi tipici della sindrome dell’impostore.
1) Sindrome dell’impostore? Ricorda: un’occasione è solo un primo passo
La sindrome dell’impostore è così estesa perché la nostra società iper-competitiva ci illude che i risultati debbano sempre arrivare nel più breve tempo possibile. Quando arriva un’occasione invece di pensare “Forse c’erano persone più meritevoli di me” e di vederla come un traguardo, considerala un primo passo, che non si risolverà in un successo o in un fallimento, ma in un percorso verso il tuo miglioramento continuo.
A dimostrare la necessità di questo sguardo di lungo periodo c’è il monumentale studio del fisico ungherese Albert-László Barabási, il quale ha mostrato come la maggior parte delle persone di successo abbiano raggiunto risultati grazie alla costanza, attraversando anche grandi fallimenti.
Cosa fare allora?
James Clear, nel suo classico Atomic Habits suggerisce che ogni sfida è fatta di tanti piccoli task, tanti piccoli impatti quotidiani che poi prendono forma nel quadro generale. Dunque, anche una singola mail, un documento redatto con cura o il supporto che hai dato a un collega è un elemento meritevole nel tuo percorso.
2) Non fissarti sul ruolo della fortuna: cerca nuove ispirazioni
L’occasione che hai ottenuto può dipendere da tanti fattori e anche il caso può far parte di questa equazione. Tuttavia, anziché rimuginare su quanto la fortuna sia stata determinante rispetto alle tue capacità (che hanno avuto un ruolo più importante di quanto pensi), pensa a come questa situazione ti permetta di incontrare persone e trovare nuovi stimoli dai quali trarre nuova ispirazione, sempre con l’obiettivo di migliorarti.
Cosa puoi fare per potenziare l’ispirazione? Il web può aiutarti tanto: per esempio puoi cercare su LinkedIn persone con il tuo stesso ruolo e, seguendole o inviandogli un messaggio, capire dove si informano, quali difficoltà incontrano e come affrontano i problemi.
Un’altra fonte molto interessante è il sito che ospita i TED Talks dove, oltre a trovare speech interessanti sulle tematiche che ti interessano, troverai un’intera sezione in cui anche i professionisti più rispettati raccontano come hanno affrontato la sindrome dell’impostore.
3) Celebra il tuo successo (anche se ti senti impostore!)
Metterti in mostra può sembrarti un atto di egocentrismo, ma nascondere al mondo una tua conquista non fa che alimentare questo dubbio. Trovare piccole occasioni per celebrare ciò che hai ottenuto è un doveroso nutrimento per l’autostima. Invece, secondo la life coach Tiwalola Ogunlesi, le feste in grande stile non sono utili alla causa. L’esperta aggiunge inoltre che, dal suo punto di vista, la sindrome dell’impostore è come “un’amnesia temporanea, che ci fa dimenticare tutte le cose importanti che abbiamo fatto”.
Come celebrare allora? La Ogunlesi suggerisce che concedersi un regalo, organizzare una cena con gli amici o scrivere alle persone care per raccontargli cosa ti è successo, è un modo per guardare te stesso con occhi diversi e riacquisire quei ricordi preziosi che rinforzano la tua autostima. I tuoi amici ti ricorderanno qualcosa di bello che ha reso possibile la tua nuova conquista: le nottate di studio all’università, i tuoi sacrifici, il modo in cui li hai aiutati a farsi forza durante le difficoltà o una caratteristica positiva che ti contraddistingue in particolar modo.
E tu, hai mai provato la sindrome dell’impostore? Come sei riuscito a superarla?
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