Settembre è il mese in cui fare i conti con le spese per le tasse universitarie: dalle agevolazioni per reddito a quelle per merito, ecco come spendere meno
Che si tratti dell’immatricolazione o dell’iscrizione agli anni successivi al primo, a settembre arriva il momento di pagare le tasse universitarie. L’importo da sborsare varia in base al reddito, al tipo di corso e all’ateneo prescelto, con differenze anche importanti tra quelli del nord e quelli del sud.
Generalmente, le tasse universitarie sono commisurate alla tua situazione economica familiare, che va dichiarata attraverso l’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economia Equivalente. Ti abbiamo spiegato in questo articolo come trovare l’ISEE precompilato online in base alle tue esigenze.
La legge di stabilità 2017 ha inoltre introdotto il cosiddetto Student Act, una misura per aumentare la platea dei beneficiari del Diritto allo Studio, che prevede la “NO Tax Area” proprio per studenti con ISEE particolarmente basso.
Per spendere meno in tasse universitarie ci sono però altre opportunità: borse di studio e agevolazioni per chi ottiene risultati meritevoli, per chi ha già un altro membro della famiglia iscritto nello stesso ateneo, per chi ha un lavoro e rispetta certi criteri – ad esempio conseguire almeno una quota dei crediti ogni anno – o infine chi ha una disabilità accertata dall’ufficio esoneri.
NO Tax Area per gli studenti in base all’ISEE
Non tutti gli studenti pagano infatti la stessa retta, molti possono avere diritto all’esenzione o a una riduzione delle tasse universitarie. Somme e requisiti variano a seconda degli atenei: per questo motivo ti consigliamo di consultare i portali di facoltà e università, comprese le private e quelle online. Come abbiamo detto prima però la riduzione è calcolata principalmente sulla base dell’indicatore ISEE e dell’ISPE, che invece riguarda il patrimonio.
La NO Tax Area, introdotta a partire dal 2017, si applica a tutte le istituzioni universitarie e AFAM statali (Conservatori, Accademie di Belle arti etc) e permette a chi ha un ISEE e ISPE sotto una certa soglia di non pagare l’iscrizione all’università o di godere di un’iscrizione agevolata.
I nuovi limiti massimi per il Diritto allo studio dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e dell’Indicatore della Situazione patrimoniale Equivalente (ISPE), per il 2023 sono stati definiti dal MIUR per il 2023 in 26.306,25 per il primo e 57.187,53 per il secondo.
I requisiti per le agevolazioni, che possono comprendere criteri economici ma anche di merito, variano da università a università.
Verifica quindi i dettagli sul regolamento tasse e contributi dell’ateneo o dell’istituzione AFAM che hai scelto.
Le borse di studio
Le borse di studio universitarie non legate a particolari bandi di concorso e attribuite a studenti meritevoli e a quelli che appartengono a determinate fasce di reddito, sono gestite in maniera autonoma dalle regioni che ricevono i fondi dal ministero.
Oltre alla borse di studio i bandi spesso assegnano altre agevolazioni come alloggi nelle residenze universitarie. Di solito le scadenze variano in base all’ateneo: la soluzione migliore, quindi, è rivolgersi all’ufficio universitario competente per avere tutte le informazioni in merito.
Per le borse di studio legate a criteri economici, invece, bisogna tenere conto del decreto del Miur, che ogni anno determina il reddito degli studenti che ne hanno diritto e l’importo minimo.
Quest’anno l’importo delle borse di studio per gli studenti fuorisede sarà di 6.656,52 euro (+ 498,78 euro), quelle per gli studenti pendolari 3.889,99 euro (+ 291,48), mentre per gli studenti in sede l’ammontare sarà pari a 2.682,77 euro (+ 201,02).
“Sconto famiglia” sulle tasse universitarie
Se più studenti appartenenti al medesimo nucleo familiare frequentano la stessa università pubblica è possibile richiedere la riduzione della tassa d’iscrizione e dei contributi universitari: l’agevolazione, che cambia di ateneo in ateneo, può sfiorare il 30% della somma da pagare.
La riduzione è valida per ciascun membro della famiglia: ognuno, però, deve presentare la propria richiesta.
Agevolazioni per studenti con disabilità con dsa
Presentando la necessaria documentazione – copia del certificato di invalidità con indicazione della percentuale di invalidità o, nei casi previsti dalla norma, il solo tipo di invalidità – al competente ufficio universitario, gli studenti portatori di handicap con invalidità pari o superiore al 66% possono essere esonerati dal pagamento di qualsiasi contributo. Chi ha un’invalidità inferiore al 66% o ha una dsa certificata potrà comunque inoltrare la richiesta: l’esito dipenderà dalla decisione di un’apposita commissione.
Riduzioni per studenti lavoratori
Gli studenti lavoratori con un indicatore ISEE non superiore a quello stabilito dall’università hanno diritto a una riduzione del 30% dell’ammontare della tassa d’iscrizione e dei contributi universitari del primo anno. In seguito, per ottenere la stessa esenzione, si dovrà dimostrare di aver conseguito durante l’anno precedente almeno il 20% dei crediti formativi previsti. Nel dettaglio, hanno diritto a questo tipo di vantaggio:
- studenti dipendenti o assimilati per almeno 6 mesi;
- autonomi con partita IVA (con un reddito complessivo netto non inferiore a 7.000 euro);
- autonomi derivante da attività non esercitata abitualmente (con un reddito complessivo netto non inferiore a 7.000 euro).
Un rimborso per i laureati meritevoli
Tutti coloro che si laureano in tempo con un voto pari a 110/110 e che hanno un indice ISEE non superiore a quello stabilito dall’ateneo, possono richiedere il rimborso totale della tassa di iscrizione e dei contributi universitari dell’ultimo anno. La richiesta deve essere presentata entro 30 giorni dal conseguimento del titolo.
Detrai dalle tasse le spese universitarie
Ogni studente ha diritto alla detrazione diretta del 19% sulle spese universitarie: in sede di dichiarazione dei redditi, quindi, è possibile inserire queste spese universitarie, così come tutte le spese scolastiche, e recuperarne una parte. La detrazione non può riguardare:
- Libri e materiale didattico;
- Trasporti;
- Vitto e alloggio (a meno che non si tratti di fuori sede con alloggio distante almeno 100 km dal comune di residenza);
- Contributi pagati all’università pubblica per il riconoscimento della laurea conseguita all’estero.
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