Connessioni sicure, VPN, cloud: tutto ciò che dovete sapere per evitare intrusioni e furti quando siete in trasferta
Oggi sicurezza in viaggio non significa solo avere cura del passaporto, dei contanti in tasca e delle carte di credito, ma anche di tutto il bagaglio digitale che si muove insieme a voi, custodito all’interno dei vostri dispositivi. La sicurezza di tablet, smartphone e laptop è sempre più importante (e sempre più minacciata). Questa necessità di attenzione vale per tutti i viaggiatori: anche chi va in vacanza accede spesso a Wi-Fi non protetti e trasporta uno smartphone zeppo di dati personali sensibili. Ma la categoria più a rischio è sicuramente quella di chi viaggia per lavoro e per affari: più dispositivi, più informazioni, più connessioni e quindi più rischi. Proteggere in modo efficace la vostra data privacy però è possibile. Ecco i nostri consigli da seguire.
Attenti alle promesse del Wi-Fi libero. Ormai in ogni angolo del mondo (o quasi) c’è un Wi-Fi aperto che in cambio di poche informazioni (spesso un indirizzo e-mail o i vostri account social) vi permette di navigare, postare foto su Instagram, geolocalizzarvi e scegliere dove andare a cena. Attenti però alle insidie di tutto ciò che viene regalato: innanzitutto, è difficile sapere cosa succederà a quei pochi dati che offrite in cambio di questa opportunità di connessione, soprattutto al di fuori dell’Unione Europea (dove finalmente ci sono regole più stringenti). Inoltre i Wi-Fi liberi sono i meno sicuri, quindi vi conviene usarli solo in caso di reale necessità e mai per far passare informazioni delicate come numeri di carte di credito o accessi a conti correnti. Se avete bisogno di connessione, meglio usare il vostro piano dati (dove possibile: in Europa stati aboliti i costi di roaming) oppure comprare una scheda con una connessione al vostro arrivo a destinazione e usare quella durante il viaggio.
Gli argini contro le invasioni. Cercate di usare sempre la navigazione col protocollo HTTPS, che rende più sicuro e protetto il traffico all’interno del vostro browser. Per riconoscerlo, basta guardare l’url (l’indirizzo del sito). Se inizia per Https, la connessione garantisce la sicurezza, il rispetto della privacy e l’integrità dei dati scambiati. Un altro livello di tranquillità è dato dall’uso di una VPN (Virtual Private Network). La VPN è un rete che devia automaticamente la vostra connessione, e tutto quello che ci passa attraverso, verso un server privato, protetto e cifrato. Un abbonamento può costare tra i 5 e i 10 al mese ed essere cancellato quando non vi serve più (cioè al vostro ritorno a casa). Un terzo strumento da attivare quando si è in trasferta (e in realtà consigliabile sempre) è l’autenticazione a due fattori, consentita da tutti i servizi Web più importanti (Google, Facebook, Twitter). Si tratta di un ulteriore livello di sicurezza rispetto alla semplice password. Con questo sistema, vi sarà richiesto di confermare il tentativo di accesso da ogni nuovo computer o dispositivo attraverso un codice ricevuto via sms o app.
Preparatevi al confine. Oggi in sempre più aeroporti, e in particolare quelli sul territorio degli Stati Uniti, possono chiedervi di verificare il contenuto dei vostri dispostivi elettronici e anche di accedere agli account mail e social media (succede all’1% circa di chi entra negli USA). A chi si rifiuta può anche accadere di vedersi negare l’ingresso nel paese, per poi essere messi sul primo volo per tornare indietro. Pur non avendo niente da nascondere, può essere sgradevole (per i turisti) o preoccupante (per chi viaggia per lavoro e magari custodisce dati riservati della propria azienda). L’alternativa, per non mettere tutte le informazioni sotto gli occhi del primo funzionario di frontiera, è caricare tutto quello che non volete far vedere su un cloud protetto e lasciare solo informazioni generiche su laptop e smartphone.
Dispositivi puliti e cloud protetti. Conservare il minor numero di dati sul vostro dispositivo e usare un servizio di cloud per le informazioni più importanti è un’opzione valida anche fuori dagli aeroporti ed è usata da sempre più aziende. Un’alternativa per aumentare la sicurezza dell’hardware è cifrare il suo contenuto (comprese le chiavette USB e gli hard disk esterni), usando un software apposito. Inoltre, come misura di sicurezza estrema, ogni dispositivo dovrebbe avere una funzione «Trova a distanza», per rintracciarlo in caso di furto o smarrimento e, se necessario, bloccarlo o cancellare tutto il contenuto al suo interno. Si può fare sui sistemi ioS e Android e da qualche tempo anche su Windows, usando programmi come Prey. Sembra un’eventualità remota ma, come sempre in questi casi, meglio prudenti che pentiti.
E voi? Come proteggete i vostri dati in viaggio? Siete rilassati o ci fate attenzione?
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