Il debito italiano torna a essere oggetto di preoccupazione per i mercati. L'agenzia di rating Moody's ha deciso di avviare la procedura di downgrade. Vediamo perché e cosa significa
L’Italia è sotto i riflettori. Non solo per il caos politico che occupa le pagine dei giornali, nazionali e non, da qualche giorno ma anche per la sostenibilità dell’elevato debito pubblico. A sollevare il polverone stavolta è stata l’agenzia di rating Moody’s, che attraverso un comunicato ha avvisato di averci messo sotto osservazione.
Cos’è il rating. È proprio vero che gli esami non finiscono mai. Questo vale anche per le emissioni obbligazionarie. Quando si parla di rating si fa riferimento al giudizio sul merito creditizio di un emittente, ovvero alla sua capacità di far fronte non solo al rimborso finale ma anche al pagamento delle cedole periodiche (gli interessi sul debito), se previste dal contratto. Questo giudizio, espresso da apposite società che prendono il nome di agenzie di rating, suddivide le obbligazioni in due grandi categorie: le obbligazioni investment grade, i cui emittenti sono stati “promossi” e ritenuti affidabili, e le obbligazioni high yield, i cui emittenti sono stati “rimandati” o “bocciati” e sono considerati più a rischio (quindi devono corrispondere uno yield, un rendimento, più alto per remunerare gli investitori per il rischio che si assumono comprando i loro bond).
Un rating non è per sempre. Le più importanti agenzie di rating sono Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Group. Ma attenzione: un voto non è per sempre. Fra i compiti delle varie agenzie di rating c’è infatti anche quello di rivedere periodicamente il giudizio sul merito creditizio degli emittenti sottoposti al loro esame e di poter così modificare le “pagelle” trasmesse in precedenza in senso positivo o negativo. E questo potrebbe essere il caso dell’Italia.
La decisione di Moody’s…L’agenzia di rating Moody’s, in un comunicato diffuso venerdì 25 maggio, ha messo sotto la sua lente di osservazione il debito italiano, annunciando che sarebbe pronta a dare una sforbiciata al rating qualora il prossimo governo portasse avanti politiche di bilancio “insufficienti a posizionare nei prossimi anni il debito su una traiettoria di discesa”. Solo in presenza di un piano ambizioso di riforme e di un piano di rientro del debito chiaro potrebbe arrivare una promozione per noi, evento però ritenuto dalla stessa Moody’s “molto improbabile”.
… e le motivazioni L’Italia era già guardata con “sospetto” da Moody’s, avendo un outlook negativo, ma la procedura di downgrade del debito è stata avviata principalmente per due motivazioni (che oggi possono suonare un po’ datate, ma noi le citiamo ugualmente per poter inquadrare e mettere a fuoco la questione):
- il rischio significativo di un indebolimento concreto dei conti pubblici a causa del piano di spesa annunciato dalla coalizione di governo Lega-5Stelle;
- il rischio di stallo del programma di riforme strutturali e l’abolizione delle riforme varate nel 2011, in particolare quella delle pensioni.
Cosa succede ora? Prima di effettuare concretamente il taglio del rating, che attualmente si trova solo due gradini sopra il livello di “debito spazzatura”, l’agenzia Moody’s si è data tre mesi di tempo per fare una valutazione più precisa dell’impatto delle misure economiche e di bilancio annunciate dalla coalizione Lega-5Stelle (che dopo il rovesciamento del tavolo avvenuto domenica 27 maggio difficilmente governerà questo giro, ma mai dire mai), con un focus sulla traiettoria del debito pubblico e del deficit nei prossimi anni.
Gli effetti della bocciatura. Il declassamento del merito creditizio di un emittente (il cosiddetto “downgrade”) spinge i rendimenti dei titoli governativi verso l’alto, dal momento che, come abbiamo accennato, gli investitori chiedono un premio al rischio più alto, ritenendo il nostro Stato meno affidabile. Questo comporta un nuovo debito molto più costoso per la nostra Italia, con una spesa per gli interessi tendente al rialzo che potrebbe rendere difficile la sostenibilità del debito stesso nel tempo.
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