L’investimento obbligazionario può sembrare intuitivo, ma non lo è. E uno dei concetti fondamentali per poterlo inquadrare è il cosiddetto “yield to maturity”, anche noto come rendimento a scadenza
Le obbligazioni sono forse lo strumento finanziario con il quale gli italiani sentono di avere maggiore confidenza. Almeno, a giudicare dall’ultima Indagine sui bilanci delle famiglie italiane della Banca d’Italia, uscita nel 2018: ebbene, questa edizione dell’Indagine ci conferma l’attaccamento ai prodotti di liquidità e il buon posizionamento – seppure a grande distanza – di titoli di Stato e obbligazioni private.
Ciò vuol dire che tutti sanno tutto sui titoli di Stato e le obbligazioni societarie? Non è affatto detto. Infatti, anche se può sembrare un investimento semplice, e a tratti perfino intuitivo, quello obbligazionario richiede in realtà una serie di conoscenze tecniche che, per il bene dei propri risparmi, è bene non trascurare. E uno dei concetti fondamentali alla base di ogni investimento obbligazionario è il cosiddetto yield to maturity, anche noto come rendimento a scadenza.
Alla scoperta del rendimento a scadenza. Esso rappresenta il rendimento complessivo che l’investitore può ottenere da un bond a condizione che lo tenga fino alla scadenza e reinvesta nello stesso titolo tutte le cedole, cedole che l’emittente deve pagare con regolarità (oltre a rimborsare il capitale).
Si tratta perciò di un total return, un “rendimento totale”, dal momento che tiene conto non solo delle cedole che verranno staccate dall’acquisto fino alla scadenza ma anche del prezzo di acquisto e del valore di rimborso finale.
L’importanza del valore teorico. Chi opera sui mercati finanziari deve conoscere il valore teorico di un investimento: esso, infatti, rappresenta un riferimento utile per capire se il prezzo di mercato è buono o se, al contrario, non lo è. Come si individua il valore teorico di un’obbligazione? Lo si può mettere a fuoco attualizzando i suoi flussi di cassa (una tecnica, questa, usata anche per le azioni). Il valore teorico di un titolo obbligazionario è il valore attuale di tutti i flussi di cassa (cedole e valore del rimborso) che il titolo produrrà dal momento dell’acquisto fino alla scadenza. Il rendimento a scadenza è proprio il tasso che rende il prezzo di mercato di un’obbligazione pari al valore attuale dei suoi flussi di cassa.
Le componenti del rendimento a scadenza. Analizzando le caratteristiche di un titolo obbligazionario, può emergere che il valore della cedola è diverso da quello del rendimento a scadenza: ciò accade perché quest’ultimo considera diverse componenti di reddito, come ci mostra l’infografica che segue.
Ricapitolando: perché il rendimento a scadenza è importante? Il rendimento a scadenza è molto utile e immediato per confrontare fra di loro obbligazioni con una struttura e soprattutto scadenze differenti. Naturalmente, tale valore non è sufficiente per avere un quadro completo del titolo nel quale vorremmo investire. Il rendimento a scadenza di un titolo obbligazionario, infatti, non tiene conto in modo esplicito del rischio che l’investitore sta per assumere: lo considera soltanto in maniera indiretta. Obbligazioni emesse da enti che presentano un più alto rischio di default hanno un prezzo più basso e, quindi, un rendimento a scadenza maggiore. Ecco allora che, proprio alla luce della relazione diretta fra rischio e rendimento, in presenza di rendimenti a scadenza decisamente elevati rispetto a quelli di obbligazioni simili occorre fermarsi a riflettere un attimo di più: è la spia di un rischio più accentuato, che dunque va valutato ancor più attentamente.
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