In tempi di crisi, si è tornati a parlare del così detto "elicottero del denaro". Ma cos'è? E soprattutto è davvero applicabile al mondo reale?
Molto probabilmente leggendo le notizie sui giornali ti sarai accorto che, parlando della situazione economica degli Stati Uniti, spesso compariva un termine: “Helicopter Money”, l’elicottero del denaro. Ma di cosa si tratta? “Helicopter money” è una strategia teorizzata dall’economista Milton Friedman che consiste nel depositare denaro sui conti correnti di cittadini e imprese, quindi direttamente nell’economia reale. La traduzione letterale – “soldi lanciati dall’elicottero” – rende abbastanza l’idea. Finora questa è stata una politica ritenuta inapplicabile nel mondo reale, ma il fulmine a ciel sereno rappresentato dallo scoppio della pandemia e dalla conseguente crisi economica che ne è scaturita ha cambiato le carte in tavola, mettendo in discussione tutti i nostri paradigmi.
E così oggi l’helicopter money da teoria è passata a realtà (o quasi), gli Stati Uniti, e molti altri Paesi, stanno discutendo una sua possibile concreta applicazione. Infatti, in una fase in cui la politica monetaria in entrambe le sue forme, convenzionali e non convenzionali, sembra essere inefficace (credito e i consumi non stanno aumentando adeguatamente), torna di attualità l’ipotesi contemplata da Friedman. Secondo molti, potrebbe essere la soluzione a tutti i mali, o quanto meno permetterebbe alle famiglie in difficoltà di avere un appiglio.
Ma in cosa consiste esattamente? E quali sono i rischi che comporta e che la fanno restare solo un’ipotesi sulla carta e poco più?
Partiamo dalle origini. L’espressione deriva da una provocazione fatta da Friedman nel 1969 mentre spiegava quali fossero i meccanismi di trasmissione di denaro dallo Stato all’economia reale. Secondo il padre del monetarismo, se tutte le strategie convenzionali di politica monetaria non avessero funzionato, si sarebbe potuti ricorrere alla distribuzione di denaro “lanciandolo direttamente da un elicottero” per aumentare l’inflazione. La teoria è stata poi rilanciata nel 2002 da Ben Bernanke (prima della sua nomina a presidente della Fed): egli suggerì alla Bank of Japan di stampare denaro per finanziare un taglio delle tasse in modo da distribuire la moneta direttamente sull’economia, attraverso tagli fiscali e la distribuzione diretta di denaro ai cittadini mediante le poste.
L’helicopter money, dunque, è un’iniezione di liquidità nel sistema economico, con il denaro che, invece di transitare dagli istituti di credito, finisce direttamente ai cittadini. Questi possono poi spendere il denaro come preferiscono: per fare la spesa, andare in vacanza, acquistare una nuova automobile o abitazione e così via. Questo genera un aumento di domanda di beni e servizi. L’effetto è quello di stimolare la ripresa economia attraverso una maggior domanda per consumi.
Quali sono i vantaggi di questo elicottero? Il vantaggio principale di questa strategia è appunto l’immediata immissione di liquidità nel sistema economico reale, senza l’intermediazione degli istituti di credito.
Negli anni, le banche commerciali hanno ricevuto fiumi di liquidità dalle banche centrali, ma non sempre i soldi sono arrivati a famiglie ed imprese. Basti pensare al fatto che l’erogazione del credito è legata al merito creditizio. Per cui, ad esempio, le imprese più in difficoltà non rispettano le condizioni minime per poter ricevere denaro. Un po’ come successo con l’erogazione dei prestiti alle aziende durante la crisi covid.
L’elicottero nasconde dei rischi. Il rovescio della medaglia è la creazione di una spirale inflazionistica, legata alla possibilità che ad una crescita della richiesta di beni e servizi non corrisponda un commisurato aumento della produzione. Questo determinerebbe una svalutazione del denaro.
L’ipotesi di Friedman, inoltre, si basa su ipotesi piuttosto restrittive riguardo l’uso che la gente farebbe del denaro “sceso dall’alto”: per far sì che la strategia funzioni, e ci sia quindi un aumento della domanda di beni e servizi, i soldi dovrebbero essere spesi e non messi sotto il materasso. Insomma, l’helicopter money non contempla l’ipotesi del risparmio! In periodi di crisi, però, c’è poca fiducia nel sistema economico, per cui famiglie ed imprese potrebbero preferire accumulare il denaro sotto forma di risparmio anziché spenderlo.
Dalla teoria alla pratica. Nonostante i dubbi circa l’efficacia dell’helicopter money possiamo vedere come di fatto diversi governi abbiamo messo in pratica un qualcosa di molto simile. L’intervento più massiccio in tal senso è stato fatto dall’amministrazione Trump. Gli Stati Uniti hanno approvato a fine marzo uno storico pacchetto di aiuti da 2.200 miliardi di dollari per sostenere direttamente le famiglie e aiutarle a fronteggiare le conseguenze della crisi Covid-19.
Il piano, tra le altre cose, prevede l’invio agli americani di un aiuto “a fondo perduto” da 1.200 dollari sotto forma di bonifico o assegno in base al reddito. A ben vedere, una sorta di helicopter money è stata messa a punto anche dal governo italiano, non per le famiglie ma per le imprese.
Più “convenzionale”, invece è stata la posizione adottata dalla BCE che in occasione della crisi generata dall’emergenza Coronavirus, ha fatto ricorso a un aumento del Quantitative Easing e ha leggermente allentato i controlli della Vigilanza BCE, in modo che gli istituti di credito potessero avere maggior libertà nel concedere prestiti a famiglie e aziende.
Insomma, nei grandi periodi di crisi è davvero possibile cambiare i paradigmi che caratterizzano il nostro sistema economico-sociale. Il Coronavirus in questo ha rappresentato e rappresenta davvero una opportunità. Ma la storia ci insegna che cambiare non è necessariamente sinonimo di miglioramento, quindi occhio all’inflazione!
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