Respirazione, strategie, seminari e libri: tutte le risorse che ti servono per non rinunciare mai a un volo
Se siete su un aereo in fase di rullaggio verso il decollo, vi sudano le mani, il battito accelera e vi sta salendo l’ansia, non vi preoccupate. Non solo siete su un mezzo di trasporto perfettamente sicuro, ma molto probabilmente non siete i soli a sentirvi così su quell’aeroplano. Secondo una ricerca molto citata in Italia (Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico) sei italiani su dieci non sono tranquilli quando volano. In realtà misurare la diffusione dell’aviofobia è difficile, i dati scientifici parlano di cifre che oscillano tra il 2,5% e il 40% della popolazione a seconda dei parametri. Le stime più basse indicano un terrore irrazionale che impedisce di prendere in considerazione anche solo l’idea di avvicinarsi a un aereo, quelle più alte un generico e comune nervosismo una volta in volo. I sintomi sono vari: iperventilazione, aumento della pressione sanguigna, battito accelerato, disturbi gastrici, fino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico.
Affidatevi ai dati. Il primo passo per tenere sotto controllo la vostra ansia di volare va fatto sul piano cognitivo. Il pieno possesso dei dati sulla sicurezza del volo e qualche informazione base sulla sua meccanica non riusciranno mai da soli a spegnere l’incendio della paura, ma sono un buon punto di partenza. Innanzitutto, ricordate che la parte più pericolosa di prendere un aereo è il tragitto in automobile verso l’aeroporto: dopo l’11 settembre, in America il numero dei passeggeri crollò per qualche anno, aumentando il già alto tasso di vittime per incidenti stradali. Secondo il celebre psicologo cognitivo tedesco Gerd Gigerenzer, oltre 1500 persone furono uccise dalla paura di volare e dalla scelta di viaggiare solo in automobile anche su lunghe distanze. Secondo una ricerca dell’Università di Oxford, le probabilità di morire in un incidente aereo sono una su 3,5 milioni, più basse che essere colpiti da un meteorite, vincere un Oscar o essere attaccati da un orso.
Conoscere è proteggersi. Ma quello che vi tornerà davvero utile per combattere la paura di volare è un approccio cognitivo più ampio. Conoscere le basi della meccanica del volo, capire cos’è una turbolenza, quanti e quali tipi di turbolenze ci sono, sapere in che modo gli aerei sono costruiti per resistere alle sollecitazioni peggiori in volo sono informazioni che possono aiutarvi mentre siete in volo e la vostra mente vi sottopone scenari catastrofici. Ad esempio, se siete in viaggio dall’Italia verso il nord Europa, sorvolando le Alpi è molto frequente incorrere in turbolenze: non è altro che l’effetto del vento che, ostacolato sulle montagne, sale perpendicolare ad esse e scuote gli aerei per qualche minuto. Anche le turbolenze più temute, quelle in aria chiara (senza nuvole), sono causate da fenomeni come il jet stream, la corrente atmosferica che si forma a 11km di altezza che tutti i piloti conoscono e sanno gestire. La cosa più pericolosa che possa succedervi durante una turbolenza è non avere le cinture allacciate, e dipende solo da voi. Sul sito dell’ENAV potete cimentarvi in qualche lettura per arrivare preparati. Due libri da leggere (e portarvi in aereo): Mai più paura di volare, di Luca Evangelisti, psicologo e collaboratore di Alitalia, e Tutti sognano di poter volare del pilota di British Airways Mark Vanhoenacker.
Niente caffè e scegliete il posto vicino all’ala). Ci sono una serie di regole di comportamento che, una volta in aereo (o prima di salirci), vi renderanno più comodo e piacevole il volo, tenendo la paura a distanza di sicurezza. Innanzitutto non bevete eccitanti o stimolanti, come tè o caffè, prima del decollo. Scegliete bene dove sedervi: un posto in prossimità dell’ala, prenotato in anticipo col check-in online, è l’ideale: è il punto dove il velivolo è più stabile e le sollecitazioni di decollo, discesa e turbolenze si avvertono di meno. Inoltre, ricordatevi di respirare, con calma e in profondità, usando il diaframma. Sono molto utili le tecniche di rilassamento muscolare progressivo attraverso il respiro, come quelle di Edmund Jacobson, esercizi che permettono di sciogliere le tensioni del corpo e che sono molto indicate per chi soffre di ansie e fobie. Infine, può essere utile segnalare il vostro stato di agitazione agli assistenti di volo. Avranno un occhio di riguardo nei vostri confronti: a volte anche una parola detta al momento giusto più essere decisiva per calmare una persona agitata durante una turbolenza.
Il seminario anti-fobia. Infine, se volete affrontare il problema alla radice, la cosa migliore è seguire il corso ad hoc di una compagnia aerea. Alitalia, ad esempio, organizza seminari periodici «per scoprire il piacere di volare». Il corso si tiene a Roma o Milano, dura due giorni, verrete affiancati da uno psicologo, che vi spiega l’origine interiore della fobia, e da un pilota, che vi mostra come tutto sia sempre sotto controllo (anche se non il vostro controllo). Si prova una partenza con turbolenza al simulatore, si affrontano tutti gli scenari e il 90% di chi lo ha provato è stato restituito all’esperienza di volare senza ulteriori timori. Per chi non ha tempo di seguire un corso da due giorni, c’è anche l’opzione low cost e online offerta da EasyJet. Il corso Fearless Flying prevede 16 video moduli, per due ore e mezza di training, con l’intervento di un pilota e di un esperto di fobie, e una serie di tecniche pratiche per tenere lontana la paura.
E voi? Avete paura di volare? Come l’avete superata? Raccontateci la vostra esperienza
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