Sogni di trasferirti in un borgo? Ecco cosa devi sapere

Nuove prospettive, natura, comunità, incentivi: i piccoli paesi delle aree interne italiane potrebbero essere il progetto di vita che stavi cercando

Quella di riabitare i borghi e le aree interne italiane è una grande sfida nazionale: i comuni sotto i 5mila abitanti sono due terzi del totale. Oltre 2500 sono a rischio abbandono, con risorse naturali, culturali, economiche che andrebbero perdute. Per questo motivo da anni è in atto una Strategia nazionale per incoraggiarne e incentivarne il recupero. Ma spostarti in un piccolo centro potrebbe essere  anche il tuo progetto individuale: una delle cose che abbiamo imparato durante la pandemia è che la città, con il suo modello di vita non è l’unico orizzonte possibile e ha tanti limiti quanti sono i suoi pregi. E abbiamo anche imparato ci possono essere opportunità e futuro anche fuori dai centri urbani. Il movimento di ritorno ai borghi esiste da diversi anni, il Covid ha fatto da spinta e da incentivo. Ecco le cose da sapere se ci stai pensando.

Problemi di rete. Probabilmente, in un’estate caratterizzata dal turismo di prossimità, anche tu, durante la scorsa estate, hai camminato in un borgo e hai immaginato come sarebbe diversa la tua vita se ti trasferissi lì. Il primo aspetto da conoscere sono le difficoltà: la definizione di aree interne è proprio la ricchezza di risorse (ambientali e culturali, natura e bellezza) combinata con la povertà di servizi come trasporti, scuola, sanità. E poi c’è la questione, non secondaria, del digital divide, la carenza di infrastrutture digitali, che spesso è un grande ostacolo per chi ha il progetto di trasferire lo smart working o l’attività da freelance. Se hai già un piano in via di definizione e quindi hai già una località in mente, attraverso il portale del Piano banda ultra-larga puoi monitorare lo stato dei lavori per l’attivazione  dei servizi di rete. Da qui passa un tassello un tassello fondamentale per la maggior parte dei progetti.

Questione di geografia. La prima domanda da farsi è ovviamente: dove andare? Magari hai già una destinazione in mente, un borgo del cuore dove hai passato le estati della tua infanzia o dove affondano già le tue radici: in questo caso hai già la risposta a questa domanda geografica. Oppure la tua esplorazione è ancora tutta da scrivere, in questo caso l’Italia è piena di opportunità, diversi piccoli comuni nel corso degli ultimi anni hanno messo in piedi una serie di incentivi e misure per far incontrare l’offerta di alloggi vuoti o ruderi da ristrutturare con la domanda dei nuovi residenti in cerca di una casa. Ci sono decine di comuni che cedono immobili al prezzo simbolico di un euro in cambio dell’impegno a riqualificarli e abitarli. Su questo portale puoi trovare una mappa completa delle opportunità, che vanno dal Piemonte alla Sicilia. Diversi borghi hanno poi un piano di incentivi per chi si vuole trasferire, come il bellissimo Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, che offre un contributo mensile a fondo perduto, un’abitazione in affitto a un prezzo simbolico e un altro contributo una tantum per avviare un’attività imprenditoriale.

La sfida dell’economia. La seconda questione centrale è: cosa fare? Non è detto che tu abbia un lavoro che si può fare in chiave smart ovunque in Italia e magari stai cercando una rivoluzione generale della tua vita, che comprenda anche un nuovo progetto professionale. Le due attività classiche delle aree interne sono l’agricoltura e il turismo, due settori che per altro non si escludono a vicenda. Per quanto riguarda la prima, il problema principale da risolvere è l’accesso alla terra: la proprietà fondiaria in Italia è molto frammentata e spezzettata e questo rende la ricerca e l’acquisto molto difficili. Ci sono strumenti che possono aiutarti, come la Banca delle terre, istituita nel 2016 per far incontrare questo tipo di domanda e offerta. Su questo portale dell’Ismea trovi la mappa di tutti i terreni disponibili. Per quanto riguarda il turismo, una strategia classica è quella dell’agriturismo o del bed & breakfast, il turismo esperienziale nei borghi è un trend in crescita da anni, non solo a causa del Covid, e troverà nuovo stimoli e nuovi fondi grazie al progetto Valore Italia, promosso dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.

Ricerca di comunità. Uno degli aspetti che per molte persone sono più attrattivi del ritorno al borgo è una cosa che in città è sempre più difficile da percepire: il sentirsi protagonisti all’interno di una comunità, fare la propria parte e riuscire a incidere, a vedere dei risultati. Il mondo diventa più facile da cambiare quando si rimpicciolisce, insomma. Uno degli strumenti più interessanti (e usati) di questi anni per poter dare concretezza a questa tendenza sono le cooperative di comunità, che sono anche un bel modo di inserirsi all’interno della vita di un paese isolato e che spesso sono alla ricerca di nuovi soci. Le cooperative di comunità sono un modello di innovazione sociale a metà tra pubblico e privato, fatto di cittadini che per rispondere a una mancanza o un bisogno aggregano le proprie risorse insieme per lavorare e cambiare le cose: l’obiettivo può essere riqualificare una borgata, organizzare un festival, aprire uno spaccio alimentare. Sono col tempo diventate uno dei principali strumenti di aggregazione non urbana. Prova a cercarne una sul territorio che ti interessa. Infine, sempre più borghi offrono programmi di residenze d’artista, bandi che offrono ospitalità e sostegno e che possono essere lo strumento e il luogo ideale per realizzare i tuoi progetti creativi.

Se ne avessi la possibilità, in che borgo italiano di trasferiresti?

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