Giunge al termine il contenzioso tra Italia e Francia in merito ai cantieri navali di Saint Nazaire. Fincantieri è riuscita ad ottenere il 51% grazie al prestito dell’1% da parte dello Stato francese
Saint Nazaire è diventata nota, qualche mese fa, per via del contenzioso tra Italia e Francia, in merito ai cantieri navali della società coreana Stx. Dopo il fallimento della società sud-coreana, un tempo la maggior azionista, era stata l’italiana Fincantieri a vincere l’asta in base alla quale avrebbe dovuto acquisire i due terzi di Stx mentre il terzo rimanente sarebbe rimasto nelle mani del governo francese. A Parigi la faccenda non è piaciuta, ecco perché, il presidente Macron aveva esercitato lo scorso 31 maggio il diritto di prelazione. Da Parigi era arrivata l’ipotesi di una spartizione del capitale a metà e quindi di un accordo 50-50, accordo rifiutato dalla società italiana. Il tutto era rimasto in standby fino al vertice italo-francese tenutosi a fine settembre.
L’accordo raggiunto. Dopo mesi di disaccordi, si è potuto mettere un punto al dossier dei cantieri di Saint Nazaire. Questo è stato possibile grazie al vertice (il 34esimo della storia tra i due Paesi) tra Italia e Francia. Il presidente francese Macron e il premier italiano Gentiloni si sono detti entrambi soddisfatti dell’accordo raggiunto: una vincita a metà, come precedentemente proposto, che vede l’assegnazione del 50% ad ambedue i Paesi, con un 1% dato in prestito a Fincantieri dal Governo francese per la durata di 12 anni. La struttura del capitale è cosi composta: 50% a Fincantieri, il 34,34% allo Stato francese, il 10% al Naval Group (un gruppo industriale francese), il 2% ai dipendenti e il 3,66% a un gruppo di aziende. Il presidente, invece, dovrebbe rimanere Laurent Castan, anche se alcune fonti del Governo italiano hanno smentito, ribadendo che la scelta di presidente ed amministratore delegato spetterà a Fincantieri, mentre i francesi avranno il diritto di veto.
La regola dell’1%. Il “prestito” dell’1% della quota azionaria è soggetto a una serie di regole. Parigi, infatti, avrà la facoltà di revocare il prestito in caso di inadempimento agli impegni industriali presi da parte di Fincantieri. La durata del prestito sarà di 12 anni e durante questo periodo sono previsti degli specifici “checkpoint” di verifica degli impegni presi, tra i quali l’aderenza alle regole di governance, il supporto allo sviluppo dei cantieri, il mantenimento die posti di lavoro e l’uguale trattamento all’interno del gruppo.
La reazione in Borsa. Dopo mesi di braccio di ferro tra Parigi e Roma, gli analisti puntano gli occhi sul nuovo assetto. All’indomani dell’accordo, i mercati finanziari sembrano un po’ delusi: il compromesso ha portato allo sviluppo di un sistema di governance complesso. Ecco perché il titolo Fincantieri il giorno successivo all’accordo ha perso il 5,2% chiudendo poi la settimana a quota 1,018 euro.
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