Viviamo nell'era del ritorno al baratto, ma digitale. Scambiare oggetti aiuta a vivere in modo più sostenibile, a costruire legami di comunità e a risparmiare
Un paio di anni fa la BBC scriveva: “Barattare potrebbe diventare il nuovo acquistare per un mondo che cambia». Da allora abbiamo assistito al ritorno su larga scala della pratica del baratto, alimentato sia dai nuovi bisogni del vivere in una società dalle crisi multiple (sanitaria, ecologica, economica) sia dal potenziale del digitale, con una serie di app pensate apposta per facilitare gli scambi.
Il baratto si fa digitale
Il baratto è una delle pratiche umane più antiche, e ciclicamente è tornato di attualità riadattandosi ai tempi: era popolare durante la Grande depressione degli anni ’30 del novecento, mentre negli anni ’70 nascevano in Giappone per poi diffondersi in tutto il mondo le banche del tempo.
Oggi siamo nell’era del baratto digitale, un atto che risponde sia alla richiesta di una vita più sostenibile che al bisogno di ricostruire nuove forme di comunità. In questo articolo passiamo in rassegna le migliori app e i contesti sociali più adatti per praticare il baratto, online e offline.
Swapush: feste, scambio e comunità
Una delle applicazioni più popolari per il baratto si chiama Swapush. La fondatrice lo ha definito «Tinder delle cose», perché il principio è lo stesso dello swipe della più famosa app di dating, basta una mossa per scegliere mentre si sta scrollando. Uno dei punti di forza di Swapush è che si può scambiare sia online che nel mondo fisico, grazie a centinaia di swap party organizzati in tutta Italia. A ogni oggetto viene attribuito un valore in pillole (idealmente, una pillola vale un euro) e sulla base di questa valutazione si può proporre lo scambio. Si può scambiare di tutto su Swapush, che ha un approccio generalista (a differenza di altre più settoriali che poi approfondiremo) e si possono anche organizzare eventi aziendali, una buona occasione per fare team building. Se vivi a Milano e dintorni, c’è anche un punto fisico per il baratto, si chiama SwappaMI, epicentro per lo swap di quartiere (e anche posto dove fare nuovi incontri).
Il ritorno dello “scambio casa”
Era metà degli anni zero quando diventava popolare una piattaforma chiamata Couchsurfing, che consentiva i viaggiatori a basso budget che volevano esperienze più autentiche di un albergo di avere un posto letto (o, letterarmente, di appoggiarsi sul divano), in ottica di scambio. Dopo l’iniziale successo la piattaforma ha subìto molto la «concorrenza» di Airbnb, ma il principio dello scambio di ospitalità è rimasto vivo. Oggi una delle piattaforme di riferimento del settore è HomeExchange (che ha anche assorbito il servizio dell’app Nightswapping), dove si può barattare per un breve periodo casa propria con altre 450mila sparse in 159 paesi nel mondo.
La biblioteca dello Swap
I libri se li scambiano gli amici, gli innamorati, i compagni di studio, ma, grazie alla piattaforma Acciobooks, anche gli sconosciuti online. Su Acciobooks ci sono più di 250mila libri di ogni tipo disponibili allo swap. Il funzionamento è intuitivo: ti iscrivi, crei il tuo scaffale di testi da scambiare, sfogli le biblioteche degli altri utenti, quando trovi qualcosa che ti piace contatti chi vuole disfarsene e organizzi lo scambio via posta. Con la modalità di spedizione Piego di libri i costi sono davvero limitati.
«Se è vero che la lettura è una medicina per l’anima, allora deve essere alla portata di tutti, sempre. Questa è la nostra ribellione, operare affinché ognuno possa accedere alla sua medicina. AccioBooks nasce con questo scopo: rendere i libri liberi», si legge nel loro manifesto.
Se invece hai una casa che letteralmente scoppia di libri e cerchi un modo per regalarne un po’, scopri in questo articolo come vendere o donare i libri che non vuoi più.
Baratto batte obsolescenza
Giradischi che non funziona? Lettore dvd fuori uso? Cuffie che non riproducono più suoni? Un altro tipo di esperienza interessante su scambio e comunità è quella dei restart party, gli eventi organizzati nelle sedi di enti o associazioni nei quali chiunque può portare un oggetto elettrico o elettronico guasto, in apparenza impossibile da riparare attraverso i canali ufficiali, e vedere se c’è qualcuno in grado di restituirgli nuova vita. Tutti quelli che partecipano sono invitati e incoraggiati a dare consigli e una mano in questa pratica, che è un buon modo per conoscere persone, imparare abilità nuove e contrastare il consumismo basato sull’obsolescenza programmata dei dispositivi.
Il baratto contro lo spreco alimentare
BringTheFood è una piattaforma sviluppata dalle fondazioni Bruno Kessler di Trento e Banco Alimentare: è a disposizione di aziende ed enti no profit più che dei privati, ma è un buon modo per cogliere lo spirito di cambiamento di questi tempi, che ci porta verso forme di condivisione che integrano e rendono più sostenibile il lato più puramente commerciale del consumo. L’applicazione serve a combattere allo stesso tempo lo spreco e la povertà, semplificando la donazione e il recupero delle eccedenze. Bring the Food aiuta a recuperare 100mila kg di prodotti alimentari ogni mese, che altrimenti andrebbero sprecati, portandoli invece a chi ne ha urgente bisogno.
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