Quanto è povero o infelice un paese? Il Misery Index offre un’importante sintesi sul benessere economico di un Paese unendo due grandezze economiche. Ecco di che si tratta e come interpretarlo
Un investitore alle prime armi brancola in mezzo ad una moltitudine di informazioni, spesso di difficile comprensione. Proprio per questo motivo è importante, almeno all’inizio, avere delle informazioni di semplice lettura; a tal fine sono stati creati alcuni indicatori che riassumono molte di queste informazioni in modo chiaro ed intuitivo. Dopo il Big Mac Index, vi parliamo di un altro famoso indicatore, il Misery Index, molto usato tra gli analisti per catturare alcuni aspetti importanti sull’economia di un Paese.
Che cos’è e cosa mette in relazione l’indice della miseria? Il Misery Index, o indice della miseria, aggrega il tasso di disoccupazione e il tasso di inflazione con l’obiettivo di valutare l’attuale condizione economica di un Paese in termini di povertà e infelicità. In particolare il Misery Index è semplicemente la somma algebrica tra tasso di disoccupazione e tasso d’inflazione in un certo periodo di tempo.
Come si legge. Per interpretare questo indice è importante conoscere l’assunto di base: sia l’aumento della disoccupazione, sia un forte aumento dell’inflazione hanno un impatto negativo sulla crescita economica. Questo accade perché un’alta disoccupazione è un primo freno alla produttività di un Paese rallentandone la crescita del Pil, mentre una forte inflazione prolungata nel tempo potrebbe causare una perdita del potere d’acquisto facendo crollare i consumi; al contrario, un aumento controllato dell’inflazione ha un buon effetto sulla crescita, ecco perché il target della BCE sull’inflazione viene fissato ad una quota vicina al 2%. Di conseguenza maggiore è l’indice della miseria, come aggregato totale delle due misure, peggiore è valutata l’economia di un paese. Nel 2016, ecco quali sono stati i Paesi che hanno avuto un maggior indice della miseria:
Dal grafico si nota come il Venezuela detenga il primato di “economia miserabile”; se prendiamo i risultati per il 2015, il Paese sud americano ha comunque mantenuto invariata la propria posizione confermandosi peggiore economia del mondo per il secondo anno di fila. Questo fenomeno è dovuto principalmente al calo del prezzo del petrolio, che ha avuto un effetto distruttivo per il Venezuela in quanto il greggio contribuisce al 95% delle esportazioni. Dal grafico si evince come al momento il problema principale del Sud America, guardando Argentina e Venezuela sia l’inflazione, mentre in Europa, guardando Grecia, Italia e Spagna la componente principale sia la disoccupazione. Un aspetto molto interessante è che il Misery Index cattura, in gran parte, le economie che stanno affrontando (o hanno affrontato) importanti crisi di governo, basti pensare alla crisi Greca, quella dell’Ucraina da parte della Russia sulla questione Crimea, o la sistematica crisi dell’Argentina; in alto alla classifica troviamo Paesi come Danimarca, Giappone, Svizzera e Singapore, ovvero i Paesi più stabili. Salvo qualche anomalia dalla classifica si evince un chiaro trend.
I limiti del Misery Index. Guardando l’intera classifica l’indice si comporta piuttosto bene nell’andare a catturare i Paesi maggiormente infelici e in crisi; la semplice somma di due misure economiche riesce a cogliere e riassumere un punto di vista interessante. Tuttavia bisogna notare che le due variabili utilizzate non sono omogenee: secondo alcuni studi la disoccupazione influisce maggiormente sulla percezione dell’infelicità rispetto all’inflazione. Le soluzioni a riguardo potrebbero essere l’introduzione di alcuni “pesi” (effettuare una somma ponderata rispetto a una somma aritmetica) per dare maggiore importanza ad una variabile rispetto ad un’altra oppure utilizzare un modello più complicato aggiungendo altre due misure come i tassi di interesse e la previsione di crescita del Pil.
Perché è importante? La conoscenza e l’uso di indicatori per sintetizzare la realtà può essere estremamente utile ed intuitivo agli investitori per valutare alcune soluzioni di investimento in modo preliminare, arrivando a formarsi un’idea di tutte le possibili alternative. Tuttavia la realtà non è un semplice fenomeno da catturare nei suoi dettagli, quindi è importante ricordare che indicatori come il Misery Index riescono a catturare un fenomeno “a grandi linee” senza replicare esattamente la realtà.
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