Il marmo entra nel digitale con Marmolove

La co-founder di Marmolove, Valentina Mavela, ci racconta come è riuscita a innovare la tradizione familiare grazie al progetto dedicato ai piccoli oggetti di design in marmo che sfrutta le potenzialità del digitale

Una ragazza che gira in laboratorio in mezzo ai marmi non si vede tutti i giorni. Ma Valentina Mavela si definisce “cocciuta e curiosa” e ha scelto di fare dell’azienda di famiglia (e del marmo) la sua professione. Non solo. Due anni fa, insieme al fratello Alessandro, ha dato vita a Marmolove, una linea di oggetti, accessori e complementi d’arredo in marmo.
Un progetto di innovazione che parte dalla tradizione familiare degli stabilimenti Mavela Marmi di Finale Ligure e porta questo materiale pregiato e da sempre amato in Italia dove non era ancora arrivato: nel design di piccoli oggetti e nel mondo digitale.

La storia dei marmi Mavela ha origine dopo la Prima Guerra Mondiale, quando il bisnonno di Valentina e Alessandro, Atanasio, dopo aver imparato da un artigiano locale le regole del marmo, apre primo laboratorio a Pietra Ligure. E’ subito un successo: sono suoi i marmi dei primi padiglioni dell’Ospedale Santa Corona. Saranno poi nonno Armando e papà Franco a prendere le redini della ditta di famiglia nel secondo dopoguerra, lasciando tracce di Mavela ovunque nella Liguria di Ponente e nel savonese, come nella Basilica di S. Biagio e nei Chiostri di Santa Caterina a Finalborgo. Oggi Mavela fa edilizia ma anche arredamento ed è in questo contesto che nasce Marmolove. Ce ne parla meglio Valentina.

credits: Marmolove

Valentina, come è nato il tuo amore per il marmo?
«L’ho avuto fin da piccolina, quando andavo a trovare mio padre in laboratorio. Le lastre erano così imponenti, colorate e ricche di venature: mi sembravano dei quadri. Crescendo ho continuato a frequentare il laboratorio, ne ero attratta: è stato come un richiamo che alla fine ho seguito».

In che momento hai deciso che sarebbe diventato anche il tuo lavoro?
«Sono entrata in ditta come contabile, dopo il diploma in ragioneria. Poi, trovandomi spesso in laboratorio, la curiosità pratica è cresciuta. Quello del marmo è un ambiente prettamente maschile, è raro incontrare una donna nei laboratori degli artigiani, ma sono cocciuta e curiosa, e mi sono fatta spiegare tutto».

Come si impara a lavorare il marmo?
«Guardando: non c’è un manuale, ogni marmista ha il suo metodo, che poi è il bello del lavoro artigiano. Un allievo impara osservando, facendo domande e con tanto olio di gomito».

Marmolove
credits: Marmolove

Come è nata l’idea?
«L’artefice di questa matta idea sono stata io, circa due anni fa. Avevo osservato che nella mia vita quotidiana usavo accessori per la casa realizzati in altri materiali e mi sono detta: perché non crearli con il mio amato marmo? Questa intuizione ha incrociato una richiesta esistente sul mercat. Spesso le persone hanno già una casa arredata e non vogliono stravolgerla, ma desiderano  comunque avere degli oggetti in marmo, anche solo un tagliere».

Quali sono stati i primi oggetti prodotti a marchio Marmolove?
«Delle basi geometriche dalle linee molto pulite, da lì siamo andati avanti a creare delle varianti, ad esempio dei contenitori, poi è venuto il resto».

Come funziona il processo creativo?
«Le nostre idee vengono dall’ispirazione pratica, ci viene in mente un prodotto, lo testiamo creando un prototipo che porto personalmente a casa per vedere se è utile, quali sono i suoi pregi e i suoi difetti, qual è la sua dimensione ideale, per poi procedere a perfezionarlo e realizzarlo. Vendo solo oggetti che prima ho usato e apprezzato io stessa».

Uno dei punti di forza del progetto Marmolove è stata la capacità di aprirvi al digitale, attraverso l’e-commerce. E’ stato difficile costruire lo shop e la presenza online?
«Molto. È un ambiente complesso e non avevamo esperienza pregressa. Ma ci è venuto naturale andare in questa direzione, visto che abbiamo prodotti piccoli e facilmente inviabili via posta. Il nostro obiettivo è sempre stato entrare in casa delle persone, e ovviamente il digitale ci offre un potenziale enorme. L’e-commerce è quasi un secondo lavoro, è come avere un’altra azienda, abbiamo collaboratori e un’agenzia che segue il sito».

Che consiglio daresti a qualcuno che vuole lanciare un business digitale?
«Fare le cose step dopo step, non voler fare tutto e subito ma procedere a scaglioni, magari senza inserire tutto il catalogo al debutto online, ma andando gradualmente. E poi affidarsi a professionisti seri, persone che fanno comunicazione, siti e piattaforme di mestiere. A ognuno il suo lavoro. Io sono un’artigiana, un web designer è un web designer».

Il profilo Instagram di Marmolove oggi conta 18mila follower, una vera e propria community di clienti e amanti  del marmo? Che valore aggiunge al tuo lavoro?
«È una delle parti che preferisco, ho conosciuto molte belle persone, e c’è vero dialogo con loro. Spesso i clienti mi aiutano con i loro consigli a creare delle linee di prodotto nuove. Instagram deve essere usato secondo la sua natura, non tanto per vendere quanto per socializzare, con genuinità. A me piace seguire il post vendita, ricevere le foto dei prodotti quando arrivano nelle case dei clienti, dopo qualche mese mando un messaggio per vedere se va tutto bene».

Quali sono i punti di forza di Marmolove? 
Il primo è il materiale. Scegliamo le pietre più pregiate dalle cave di Massa Carrara e Lavagna. È il marmo più bello del mondo, ci permette di avere venature e sfumature di colore differenti da pezzo a pezzo, non esisteranno mai due prodotti uguali, anche se hanno la stessa forma e le stesse dimensioni. Il secondo è la lavorazione artigianale, che valorizza la personalità di un materiale così unico, esplorandone le diverse possibilità.

Che consigli daresti a chi vuole lanciarsi in un progetto imprenditoriale?
«Il mio consiglio è di avere tanta curiosità e di sapersi guardare attorno, in cerca di ispirazione. Non guardare al concorrente diretto, che fa il tuo stesso prodotto, perché rischi di scimmiottarlo, ma qualcuno che fa qualcosa di diverso ma paragonabile. Io per esempio guardo molto all’artigianalità dei tessuti e degli abiti su misura quando cerco ispirazione. E infine, cerca di avere sempre idee tue».

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