I Paesi OPEC+ taglieranno la produzione di altri 500 mila barili al giorno a partire da gennaio. L’Arabia Saudita si sacrifica più degli altri, aumentando l’entità dei tagli
Al termine di un faticoso vertice tenutosi a Vienna, i Paesi OPEC+ (quelli del cartello OPEC più altri produttori di petrolio tra cui la Russia) hanno raggiunto un accordo per un ulteriore taglio alla produzione di greggio: a partire da gennaio 2020, la produzione scenderà di altri 500 mila barili al giorno, 370 mila barili per i Paesi OPEC e 130 mila per i non OPEC. Complessivamente quindi, la produzione dei Paesi OPEC+ scenderà di 1,7 milioni barili al giorno, ovvero 500 mila barili in più rispetto al livello del 2019, che era stato deciso a fine 2018 (1,2 milioni).
La sorpresa saudita. La vera sorpresa, che ha fatto schizzare in alto le quotazioni dell’oro nero subito dopo l’annuncio, è stata la decisione dell’Arabia Saudita – che, va detto, ha appena collocato in Borsa Saudi Aramco e aveva quindi tutto l’interesse a far salire i prezzi in vista dell’avvio delle contrattazioni lo scorso 11 dicembre. Ebbene, oltre ad aver accettato un ulteriore taglio di 160mila barili al giorno, Riad ha promesso una riduzione supplementare – su base volontaria – di 400mila barili al giorno rispetto alla quota che ha sulla carta. Quindi, ha sottolineato il ministro dell’energia, principe Abdulaziz bin Salman, “il taglio totale arriva in realtà a 2,1 milioni di barili”. La Russia da parte sua ha accettato di ridurre la produzione di 70 mila barili al giorno, ma ha anche ottenuto di escludere dal calcolo della propria quota i condensati (sostanze simili al greggio, ma più leggere), come già avviene per i Paesi OPEC.
I mercati festeggiano. La reazione dei mercati non si è fatta attendere, con il prezzo del petrolio che ha invertito la rotta mettendo a segno in poche ore un rialzo di oltre il 2% (fino a quasi 65 dollari al barile per il Brent). C’è però una piccola clausola degna di nota. L’Arabia Saudita infatti, evidenzia Il Sole 24 Ore, ha dichiarato senza mezzi termini che si sacrificherà più degli altri solo a patto che nessuno sgarri. Non solo. Nel comunicato emesso a conclusione del vertice OPEC Plus si afferma che persino il taglio obbligatorio è “condizionato alla piena conformità da parte di tutti i Paesi”. Una conformità che sarà molto difficile realizzare.
Appuntamento a marzo. In ogni caso, le nuove quote scatteranno il primo gennaio e saranno mantenute per almeno un trimestre. L’obiettivo è quello di sostenere il mercato e i prezzi in una fase macroeconomica difficile, con una domanda di greggio che aumenta lentamente ed è minacciata da più parti: da un lato i dazi, dall’altra i Paesi che non fanno parte dell’organizzazione allargata – Stati Uniti, Norvegia, Brasile, Canada – i quali potrebbero tranquillamente continuare ad aumentare la produzione senza limiti. L’occasione per fare il punto della situazione e verificare i tagli effettivi arriverà il 5 e 6 marzo, quando l’OPEC Plus ha fissato un meeting straordinario, prima del vertice ordinario previsto il 9 e 10 giugno 2020.
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