Listini azionari in calo in Europa, con i governi alle prese con nuove misure anti-covid accolte tra le proteste. Oltreoceano sale l’attesa per il voto del 3 novembre. Spread Btp-Bund insolitamente contenuto, vista la situazione
Paura e rabbia. Nel mese di ottobre i mercati sono stati dominati dalle preoccupazioni per la seconda ondata di contagi da coronavirus, con molti Paesi – Italia compresa – costretti a rimettere in campo misure restrittive che ricordano molto il lockdown di primavera, anche se per il momento con sfumature più blande. L’Italia ha varato un decreto che prevede la chiusura di ristoranti e bar alle 18, la chiusura totale di piscine e palestre e la didattica a distanza al 75% per le scuole superiori, oltre alla chiusura dei centri commerciali nel weekend. Questa volta però alla preoccupazione si è aggiunta la rabbia: in molte città italiane ed europee ci sono state proteste contro le restrizioni imposte dai governi.
Listini europei in rosso. Proprio i timori delle ricadute pesantissime che queste nuove misure avranno su un’economia già in difficoltà, i listini del Vecchio Continente hanno accelerato al ribasso nelle ultime sedute del mese, portando in negativo il movimento complessivo di ottobre.
Regge Wall Street. Va meglio Oltreoceano, dove sale l’attesa per l’esito delle elezioni statunitensi: a pochi giorni dal voto, il vantaggio del candidato democratico Biden sul rivale Trump non sembra poi così ampio. La partita è ancora aperta, con oltre 70 milioni di americani che hanno già votato a distanza. Resta ad aleggiare l’incognita sui nuovi aiuti di Stato, su cui manca ancora l’accordo tra Democratici e Repubblicani. I mercati comunque si avviano a chiudere in positivo il mese di ottobre.
Spread Btp-Bund sui minimi. In Italia da segnalare l’andamento dello spread tra Btp e Bund che, nonostante le turbolenze sui mercati, si mantiene su livelli insolitamente bassi: a fine mese viaggia sui 130-135 punti, ma lo scorso 13 ottobre ha toccato quota 121,7 punti, minimo dal mese di aprile 2018. Merito soprattutto delle politiche espansive della BCE, che tengono a galla la fiducia degli investitori.
La BCE sostiene la fiducia. Per contenere gli spread sui mercati obbligazionari ed evitare il collasso delle nazioni più indebitate come l’Italia, dal mese di marzo Francoforte ha avviato infatti un piano straordinario di acquisti di titoli di Stato legato all’emergenza sanitaria, il cosiddetto PEPP da 1.350 miliardi di euro, che si aggiunge al QE già avviato in precedenza dall’Eurotower. La presidente della BCE Christine Lagarde ha assicurato di recente che l’Istituto non interromperà le misure di stimolo all’economia fino al termine della crisi legata al covid e che sta valutando il ricorso a tassi d’interesse ulteriormente al di sotto dello zero.
Anche la BCE cambia passo sull’inflazione. La BCE ha fatto sapere che la formulazione dell’obiettivo di inflazione al di sotto ma vicina al 2% “era adeguata a un periodo in cui un’inflazione troppo alta era la principale preoccupazione”. Ma “nella situazione attuale di bassa inflazione, le preoccupazioni sono diverse e questo deve riflettersi nel nostro obiettivo d’inflazione”. In altre parole, Francoforte ha aperto di fatto a un cambio di rotta in linea con quello annunciato dalla Fed negli Usa.
S&P positiva sul debito tricolore. Un segnale positivo per l’Italia arriva anche dall’agenzia Standard & Poor’s, che non solo ha confermato il rating BBB, ma ha anche migliorato l’outlook a stabile da negativo, suggerendo che il rischio Paese è tutto sommato sotto controllo.
Approvata la Legge di Bilancio 2021. Per restare in Italia, il governo ha dato il via libera salvo intese alla Manovra da 40 miliardi di euro. Introdotto un fondo da 4 miliardi per il sostegno ai settori più colpiti dalla pandemia. Tra le novità anche la previsione di un assegno unico agli autonomi e agli incapienti, il taglio del cuneo fiscale per i redditi sopra i 28.000 euro e la decontribuzione per gli under 35.
Decreto ristori. Il Consiglio dei ministri ha anche varato un piano di aiuti per le categorie colpite dalle chiusure previste dall’ultimo dpcm. Si tratta di un pacchetto che vale “5,4 miliardi sull’indebitamento netto e 6,2 sul saldo netto da finanziare” e include contributi a fondo perduto per gli esercizi costretti a sospendere le attività, l’estensione della Cig Covid-19 di sei settimane e lo stop ai licenziamenti fino al 31 gennaio. “Primi accrediti entro metà novembre”, assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nuove previsioni sul PIL. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre nelle più rosee previsioni il PIL italiano di quest’anno dovrebbe scendere, rispetto al 2019, del 10 per cento circa. A causa del Covid rischiamo di “bruciare” 160 miliardi di PIL. Per dare l’idea della dimensione della contrazione, è come se il Veneto fosse stato in lockdown per tutto l’anno.
Debito pubblico da record. La Banca d’Italia ha fatto sapere che nel mese di agosto il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record, toccando quota 2.578,9 miliardi di euro, 18,3 miliardi in più rispetto al mese precedente.
Trattative e ritardi su bilancio pluriennale e Recovery Fund. Ancora nessun accordo sul bilancio Ue, a cui è collegato il fondo per la ripresa Next Generation Eu. Le trattative Consiglio, Parlamento, e Commissione europea sono in corso, ma le posizioni restano distanti su volumi e integrazioni. A causa della mancata intesa sul bilancio pluriennale, il fondo per la ripresa potrebbe subire ritardi e non essere operativo da gennaio.
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