Anche le canzoni entrano nella nuvola

L'archivio musicale è sempre online, la scelta dei brani è pressoché infinita; a sfidarsi sono Amazon, Apple e Google...

Musica nell’aria. Il Cloud computing sta cambiando il modo di ascoltare la musica. Non sarà più necessario acquistare supporti fisici per archiviare la propria musica. Le canzoni sono nella nuvola, bisogna solo scegliere il servizio musicale più appropriato alle proprie esigenze.

Cloud computing: Insieme di tecnologie che permettono, tipicamente sotto forma di un servizio offerto da un provider al cliente, di memorizzare/archiviare e/o elaborare dati (tramite CPU o software) grazie all’utilizzo di risorse hardware/software distribuite e virtualizzate in Rete. (Wikipedia.org)

Ovvero: La possibilità di archiviare grandi quantità di dati e di utilizzare programmi direttamente online, dal proprio browser, senza che questi siano presenti sul proprio computer (o altro dispostivo).

Rivali. Quella per la musica online è una guerra a tre e tutta made in Usa. A scontrarsi sono i colossi della tecnologia: Amazon, Apple e Google. Trasferire la propria musica dall’hard disk ai server online è semplice:

1. Ci si registra ad uno dei servizi di archiviazione
2. Si caricano i brani Mp3 in proprio possesso o si acquistano tramite la piattaforma del servizio
3. Si crea il proprio archivio musicale in rete sempre disponibile

Amazon cloud player. È gratuito per i primi 5 GB di musica memorizzata. Per poter disporre di maggiore spazio è necessario un abbonamento: i prezzi vanno da 20 dollari l’anno per 20 GB di spazio nel server, ai 1000 dollari per 1000 GB (1 TB). È possibile ascoltare le canzoni direttamente in streaming, anche se l’interfaccia si presenta un po’ troppo macchinosa. L’upload della musica è gratuito e illimitato, e avviene tramite una specifica applicazione.

Dal nastro al cloud. Amazon ha aperto nel 1995 ed è specialista nel campo della musica. È divenuto tra i maggiori siti di eCommerce grazie alla vendita di libri, ma anche di Cd, Dvd, musicassette e vinili.

Nuvola mobile. È possibile collegarsi alla nuvola musicale anche con il proprio smartphone; Amazon ha creato una specifica app per Android. Per i possessori di Mac è disponibile invece un’interfaccia web dedicata. Il Cloud Player è già incluso nel nuovo tablet Kindle Fire.

iTunes match. L’archivio musicale dell’Apple è disponibile, per ora, solo negli Stati Uniti. Costa qualche dollaro in più dell’Amazon Cloud Player: sono necessari infatti 25 dollari l’anno. Si possono archiviare fino a 25 mila canzoni (quelle acquistate tramite iTunes non rientrano nel conteggio). Match gode dell’esperienza di iTunes, lanciato dall’Apple nel 2003. Scaricare la musica è semplice, il procedimento è lo stesso utilizzato per il download delle app. L’azienda di Cupertino rimane ancora una volta poco disponibile al dialogo con gli altri sistemi operativi; la sincronizzazione dei brani avviene solo tra dispositivi mobili con iOS. I possessori di Pc possono utilizzare la versione di iTunes per Windows.

Primato. iTunes è il maggiore distributore di musica degli Stati Uniti con il 26% delle vendite totali.

Google music. A differenza dei concorrenti non prevede un abbonamento annuale. La capacità di archiviazione è limitata a 20 mila canzoni (anche qui escludendo quelle comprate); l’azienda di Mountain View punta, infatti, ai guadagni generati dall’acquisto dei file musicali. L’interfaccia grafica ricorda molto quella di iTunes. A dispetto de rivali, non è possibile mettere nel carrello i brani da acquistare (effettuando così un unico pagamento). Il pagamento dei brani deve avvenire canzone per canzone.

Adattabile. Google offre il servizio più versatile in termini di sincronia tra piattaforme, si adatta infatti a tutti i browser. Può sincronizzarsi anche con il concorrente iTunes, caricandone automaticamente i brani sull’archivio. Non manca di una app Android per gli smartphone. Anche Google Music sarà disponibile in Italia solo nei prossimi mesi.

Costo. I prezzi dei brani tra i 3 contendenti sono pressoché uguali: 0,99$ per la singola canzone e 10$ per gli album.

Scelta infinita. Grazie all’accordo con le maggiori case discografiche mondiali (Universal Music Group, Emi Records e Sony Music), Google mette a disposizione un archivio di 13 milioni canzoni.

Lista dei desideri. Amazon Cloud Player e iTunes Match hanno pensato alle persone che non sanno quale regalo fare ad un amico. Sulle piattaforme dei due colossi è possibile stilare una “lista dei desideri”, in cui elencare e condividere con gli amici tutte le canzoni e gli album che si vorrebbero ricevere in regalo.

Cloud semplificata. Grooveshark è una valida alternativa da utilizzare in attesa che Google Music e iTunes Match siano disponibili anche al di fuori degli Stati Uniti. Con Grooveshark si accede ad un completissimo archivio di musica in streaming; non si possono però eseguire download. La sua grafica ordinata e intuitiva lo rende molto semplice da usare. Inoltre è completamente gratuito.

Deejay virtuale. Oltre ad offrire una funzione radio, suddivisa in numerose categorie (dal reggae al metal, dal funk alla musica country), l’utente è assistito da un Dj virtuale: una volta indicata la canzone di partenza, Grooveshark suggerisce un altro brano simile al precedente; mentre si ascolta la canzone si può esprime un giudizio (positivo o negativo) e Grooveshark “prende nota”. La sequenza dei brani proposti è quindi condizionata dai giudizi dati alle canzoni precedenti.

Gusti da condividere. Gli utenti registrati possono condividere le proprie playlist e ascoltare quelle degli altri. Ad ogni nuovo accesso il sito ricorda i gusti musicali dell’utente e propone solo i generi più graditi. Non ha la completezza del Cloud computing, ma costituisce un divertente passatempo per gli amanti della musica con esigenze meno tecnologiche.

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