Dal primo gennaio 2018 è in vigore la nuova legge di bilancio. Nessun aumento dell’Iva, introduzione della web tax, politiche fiscali per incentivare investimenti di imprese e famiglie. Ecco i punti principali
Nuovo anno e nuova legge di bilancio. A partire dal primo gennaio è in vigore la Legge di Bilancio 2018 approvata dal Parlamento con voto di fiducia. Dopo il via libera alla Camera il Senato ha dato la sua approvazione alla manovra con 140 sì e 94 no. Il provvedimento è diventato quindi legge. “Il Senato ha varato la legge di bilancio. Con risorse limitate, una spinta alla crescita. L’Italia merita fiducia” così ha commentato in un tweet il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Cos’è la Legge di Bilancio. Dal 2016 Legge di Bilancio e Legge di Stabilità costituiscono un unico atto legislativo che prende il nome di Legge di Bilancio e viene approvato in un unico iter parlamentare. La Legge di Stabilità, chiamata anche “Manovra economica”, ha l’obiettivo di agevolare la vita economica del Paese per un arco di tempo di tre anni. Questo avviene attraverso delle norme che coordinano l’attività della finanza pubblica con l’attività economica degli enti locali. Con la Legge di Stabilità il Governo ha la facoltà di includere nuove norme in materia di entrate e uscite fissando anche il livello dell’indebitamento dello Stato. La Legge di Bilancio è invece un documento contabile attraverso il quale il Governo comunica al Parlamento le entrate e le spese pubbliche previste per l’anno seguente sulla base delle leggi in vigore.
Cosa prevede la manovra? Nessun aumento dell’Iva, introduzione della web tax, politiche fiscali per incentivare investimenti di imprese e famiglie, lotta alla povertà e agevolazioni per l’occupazione. Sono queste le principali linee di intervento previste dalla legge di bilancio. Vediamole un po’ più nel dettaglio:
- Iva ferma nel 2018. Circa 15 miliardi dei 20 previsti dalla manovra sono dedicati a non modificare l’imposta sul valore aggiunto. Gli aumenti sull’Iva – l’imposta sui vari beni che compriamo, per semplificare – previsti per l’anno in corso sono stati congelati.
- La web tax è legge. Chiamata web tax, questa nuova imposta rappresenta un prelievo sulle transazioni digitali relative a servizi immateriali. L’aliquota è del 3% sul valore della singola transazione e sarà ufficialmente in vigore dal 2019. L’imposta si applica alle aziende, residenti o non residenti in Italia, che effettuano prestazioni di servizi nei confronti di soggetti residenti in Italia ma, almeno per il momento, non riguarderà l’e-commerce. La web tax colpirà i prestatori (residenti o non) che effettueranno nel corso di un anno solare oltre 3 mila transazioni.
- Incentivi alle assunzioni. Con l’obiettivo di dare un’accelerazione alla ripresa del mercato del lavoro, soprattutto sul segmento più “giovane”, la manovra prevede un importante sgravio fiscale per i contratti a tempo indeterminato.
- Largo agli investimenti 4.0. Finanziamenti agevolati alle micro, piccole e medie imprese. Per l’industria 4.0 – big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata – sono previsti sconti per investimenti in innovazione, ricerca e formazione. Inoltre è previsto un credito d’imposta per la formazione “digitale” del personale dipendente.
- Nuove risorse per la lotta alla povertà. Lo stanziamento del Fondo povertà aumenta di 300 milioni di euro nel 2018, di 700 milioni nel 2019, di 665 milioni nel 2020.
Il conto finale. Il conto è presto fatto: mettendo insieme le varie voci di uscita di cassa si arriva a un totale di 22,5 miliardi di euro. Per il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan la Legge di Bilancio per il 2018, l’ultima della legislatura, è finalizzata a proseguire il percorso di crescita economica e di una finanza pubblica che sia sostenibile nel tempo. E in effetti sembra che la crescita italiana si stia rafforzando: basti pensare che all’inizio della legislatura, nel 2013, il prodotto interno lordo mostrava una variazione negativa (-0,4%) mentre secondo gli ultimi dati tale valore è previsto intorno all’1,5% per il 2017 e per il 2018. Note positive anche sul nostro tallone di Achille, il debito. Il rapporto debito/PIL si è stabilizzato e ha iniziato ad avere un’inclinazione discendente, anche se per il presidente della BCE Mario Draghi il calo sta avvenendo troppo lentamente. Un’economia complessivamente sulla strada del miglioramento si riflette anche sui mercati finanziari, alimentando la fiducia degli investitori verso il nostro Paese.
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