Le domande da fare a un colloquio di lavoro

I recruiter sanno cosa chiederti: e tu sai cosa domandare loro per capire se quel lavoro e quella realtà fanno davvero per te? I nostri suggerimenti

Lo stipendio? Non è più l’unico fattore determinante per la scelta di un lavoro. Secondo il Randstad Workmonitor – autorevole survey condotta su 36 paesi – quasi la metà dei lavoratori intervistati si dice pronto a lasciare un’azienda che va in conflitto con i suoi valori. L’equilibrio vita-lavoro, la soddisfazione personale, l’impatto sociale e ambientale di un’azienda sono fattori sempre più importanti per i dipendenti. Probabilmente anche per te, se sei alla ricerca di una nuova posizione.

E quindi quali sono le domande da fare a un colloquio di lavoro per capire se l’azienda che hai di fronte è davvero allineata ai tuoi ideali, alla tua concezione di lavoro e alle tue esigenze?

Si tratta di questioni delicate che – se poste nel modo sbagliato – rischiano di farti sembrare confuso o, peggio, supponente, e di far sfumare una possibilità di crescita. Oppure di ritrovarti in un posto che vorresti lasciare poco dopo l’assunzione, inducendoti ad adottare quella forma di abbandono silenzioso chiamato quiet quitting, che ti abbiamo raccontato in questo articolo.

Con questa guida vogliamo quindi darti qualche suggerimento su come indagare sulla cultura di una realtà lavorativa in modo intelligente, personalizzato e – soprattutto – con la giusta delicatezza.

Parti dalla tua storia 

Prima di avventurarti in domande su etica, valori e cultura aziendale, attenda che sia l’intervistatore a esaurire i suoi temi. Non essere avventato, perché potrebbe indisporre chi hai di fronte.

Quando devi presentarti, non limitarti a elencare i tuoi lavori precedenti o il tuo percorso accademico. Tutto ciò si trova già sul tuo curriculum, nelle mani dell’intervistatore. Evita i luoghi comuni, come “sono bravo a lavorare in team” oppure “sono una persona motivata”. Piuttosto, come suggerisce un articolo apparso sull’Harvard Business Review, racconta una storia che dica qualcosa di te: è importante che metta insieme le tue passioni, gli studi che hai fatto, gli argomenti che ti incuriosiscono e – se hai già esperienza – i progetti più sfidanti che hai affrontato. Questa presentazione ha l’obiettivo di imbandire la tavola per le domande successive e per stabilire un primo contatto con empatia.

Focalizza gli obiettivi da raggiungere

Arriverà il momento fatidico in cui ’intervistatore ti chiederà: “Ha delle domande?”
E ti conviene non farti cogliere di sorpresa. In questa parte del colloquio ci sono due obiettivi da raggiungere:

  1. Dare una conferma del fatto che tu sei la persona giusta per la posizione.
  2. Verificare che l’opportunità di lavoro sia davvero adatta a te.

Concentrati su pochi quesiti, puntuali e circostanziati. Ti suggeriamo di indagare tre temi, così da personalizzare le domande e dare un taglio unico all’intervista: operatività, cultura aziendale e prospettive future.

1. Operatività: cosa ti aspetta, nella pratica?

Chiedere dettagli sull’operatività della posizione che andrai a ricoprire ti permetterà di avere un’idea più precisa tanto di come verranno valorizzate le tue attitudini e le tue competenze, quanto di come l’azienda intende l’equilibrio vita-lavoro.
A questo proposito, una domanda d’esempio potrebbe essere: “Se dovessi ricoprire questa posizione, come potrebbe essere una mia giornata di lavoro?”.
La risposta a questa domanda ti fornirà dettagli sulle responsabilità che si aspettano da te, sui progetti che seguirai e sulle persone con cui collaborerai, ma anche sull’organizzazione delle specifiche attività.

2. Valori e cultura aziendale: siete sulla stessa pagina?

Approfondendo questo tema, potrai finalmente capire qualcosa sui valori dell’azienda. Affrontare questo aspetto richiede molta maturità, perché i luoghi comuni sono in agguato.

Prima di tutto, evita di porre domande le cui risposte si trovano su Google o sul sito web aziendale. L’intervistatore, infatti, si aspetta che tu ti sia informato con attenzione, soprattutto se mostri sensibilità su temi come sostenibilità e visione aziendale.

Un altro rischio da evitare è fare domande troppo astratte. Allora un quesito interessante punta sull’aspetto umano, per esempio: “Potrei chiederle com’è cambiata l’azienda dalla sua assunzione?”. L’intervistatore infatti è spesso una figura senior e, in questo modo, ti offrirà un punto di vista personale sui miglioramenti che ha visto nel corso degli anni e su come temi vaghi come “visione” e “valori” vivano attraverso la sua esperienza.

3. Apri una porta sul futuro 

A questo punto l’intervista sta per finire. Se ciò che hai ascoltato ti interessa davvero, il modo migliore per proseguire è aprire una porta sul futuro.

Ad esempio dimostrando la tua genuina curiosità sulla realtà per cui stai facendo il colloquio attraverso una domanda come: “Può suggerirmi qualcosa da leggere per approfondire meglio…?”, da completare con un progetto dell’azienda che ha suscitato il tuo interesse, degli articoli che intervistano il tuo potenziale futuro capo, degli eventi pubblici a cui ha partecipato qualche membro del team con cui potrai lavorare.

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