Secondo un recente studio circa la metà degli italiani dichiara di provare ansia nelle decisioni finanziarie. Ecco l’identikit del risparmiatore tricolore
Gli italiani sono un popolo di pensatori, eroi e artisti, ma sono anche (ahimè) da ritenersi dei risparmiatori ancora alle prime armi. Come di consueto, dal recente studio Consob su “Le scelte di investimento delle famiglie italiane” emerge un quadro non proprio roseo del nostro Paese: la fotografia che lo studio ci restituisce è quella di un popolo costantemente stressato da quella che viene anche definita ansia finanziaria, come dichiara di provare circa la metà degli intervistati. Ancora una volta ci si rende conto che la poca educazione finanziaria degli italiani fa sì che le loro scelte di investimento siano confusionarie.
Educazione finanziaria, a che punto siamo? Quando si tratta di educazione finanziaria ci si riferisce alla conoscenza dei concetti base della materia, quali il concetto di tasso di interesse, di PIL, di inflazione oppure ancora di cosa significhi diversificare i rischi in portafoglio…tutti concetti che, a quanto pare, non risultano molto familiari al popolo italiano. Secondo lo studio, infatti, meno di un italiano su due (il 46%) è a conoscenza dei concetti ABC della finanza. E i dati non migliorano nemmeno sui concetti più strettamente legati al mondo degli investimenti: addirittura solo un italiano su dieci sa cosa si intende per “rischio di mercato” e la media complessiva di chi sa riconoscere i diversi rischi è del 15%.
Gli investimenti dell’italiano medio. Nonostante i dati mostrino che nemmeno la scuola si impegna a informare e a istruire gli italiani in materia finanziaria (il contributo scolastico, infatti, è di circa il 2%), c’è da dire che solo il 28% degli italiani si informa per interesse personale. Ma il controsenso sta nel fatto che gli italiani sono comunque un popolo di risparmiatori: il 61% di essi infatti risparmia, ma solo il 45% (poco più dei due terzi) investe il proprio capitale (e quando lo fa, lo fa male e con poca coscienza). Per la maggior parte degli italiani, inoltre, gli investimenti preferiti sono quelli in depositi (43%) ed immobili (30%): i primi non spiccano per redditività e i secondi non sono di certo tra gli asset che garantiscono più liquidità. Insomma, quando l’italiano medio decide di spostare i soldi da sotto il materasso al mercato, lo fa senza pensarci troppo e senza una giusta consultazione, ma spesso i consulenti diventano gli amici o i familiari. E questo potrebbe essere una fonte di errore. Una buona educazione finanziaria è infatti l’unica arma di difesa dai cattivi investimenti.
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