Ecco le performance delle principali asset class finanziarie alla luce degli avvenimenti del mese appena trascorso, tra riforma fiscale ed elezioni francesi
Le elezioni francesi guidano il mercato. L’esito del primo turno delle presidenziali francesi è stato l’evento catalizzatore di un mese di aprile che sui mercati finanziari era rimasto, fino a quel momento, mediamente stabile: la vittoria al primo turno del partito di Macron (pro-Europa) ha spinto al rialzo gli indici dell’Eurozona e, di conseguenza, anche il nostro mercato che ha chiuso il mese con una performance dell’1.2%. Sul fronte valutario l’euro si rafforza dopo i timori precedenti alle elezioni francesi e chiude il mese in rialzo del 2.3% sul dollaro Usa. Nel mentre i mercati emergenti, sia dal punto obbligazionario che azionario, rimangono i migliori da inizio anno, nonostante il petrolio (di cui la maggior parte dei paesi emergenti è esportatore) chiude anche il mese di aprile con una performance negativa del 3%, in attesa della riunione dell’Opec di fine maggio.
Tensione geopolitica. Il mese appena passato è stato caratterizzato sul fronte internazionale dalle mosse geopolitiche in Medio Oriente e in Asia: gli Stati Uniti del Presidente Donald Trump sono infatti intervenuti con un attacco missilistico in Siria, mirato a colpire una base area dell’esercito del Presidente Assad colpevole di aver bombardato le fazioni dei “ribelli” al regime con armi chimiche. Dal lato asiatico invece prosegue l’escalation di dichiarazioni e provocazioni da parte della Corea del Nord. Nonostante i ripetuti avvisi da parte del Presidente americano e dalle vicine autorità cinesi, il dittatore Kim-Jung Un ed il suo esercito proseguono i test missilistici e non risparmiano minacce di attacchi nucleari.
Riforma fiscale negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti Donald Trump festeggia i primi cento giorni di presidenza comunicando le linee guida della tanto attesa riforma fiscale che, come dichiarato dal Segretario del Tesoro Mnuchin, “è il più grande taglio delle tasse e la più ampia riforma fiscale della storia degli Stati Uniti”. Si articola principalmente in interventi sia per le persone fisiche, con un tetto di esenzione fiscale per le famiglie con reddito fino ai 24 mila dollari annui, sia per le imprese, dove è stato proposto il taglio all’imposte sugli utili, dal 35% al 15%. L’obiettivo è quello di rinvigorire l’economia del Paese (dove la crescita del Pil del primo quadrimestre dell’anno si attesta allo 0.7%), stimolando nuovi investimenti da parte delle imprese e stabilizzare l’occupazione: tuttavia non mancano i dubbi in merito alla “sostenibilità economica” proposta dalla riforma, aspetto che sarà ora dibattuto al Congresso, da cui dovrà ricever l’approvazione.
L’Europa mette ordine: rischio “Frexit” in diminuzione e Grecia nuovamente in carreggiata. Sul fronte europeo, le attese sono state tutte concentrate sull’esito del primo turno delle presidenziali francesi dove, in linea con i sondaggi, tra i primi quattro (di undici) candidati, hanno raggiungo il secondo turno l’esponente liberale Emmanuel Macron, e la candida della linea euroscettica Marine Le Pen. Nel mentre, dopo due mesi di trattativa, il Governo greco di Tsipras ha trovato un accordo per il rifinanziamento del debito di circa 7 miliardi di euro (in scadenza a luglio) con i creditori europei: saranno necessari nuovi tagli alle pensioni e un nuovo abbassamento della soglia di esenzione fiscale dei redditi delle famiglie del paese ellenico. Da segnalare infine la rinnovata volontà da parte della BCE di Mario Draghi di proseguire con l’attuale programma di acquisti, il quantitative easing, eventualmente anche oltre la scadenza fissata per il prossimo dicembre, e almeno fino a quando “non sarà riscontrato un aggiustamento durevole dell’evoluzione dell’inflazione”, in particolar modo quella “core” (cioè calcolata al netto dell’andamento dei prezzi dei beni energetici e alimentari) che si attesta all0 0.9%, lontana dal target dell’Istituto di Francoforte di circa il 2%.
DEF presentato e manovra approvata: l’Italia prova a ripartire. Elemento chiave del mese del nostro Paese è stato il Documento di Economia e Finanza (DEF) del 2017: il Governo ed il Senato hanno descritto un quadro economico tutto sommato positivo per l’Italia, con la crescita del Pil per il 2017 rivista al rialzo all’1.1%, ed inoltre hanno approvato la manovra correttiva pari a 3.4 miliardi di euro richiesta dalla Commissione Europea per evitare la procedura d’infrazione, ricavati da una più intensa lotta all’evasione fiscale e da un piano di tagli all’amministrazione pubblica. Dal punto di vista macroeconomico da segnalare il positivo aumento della fiducia nell’economia dei consumatori che si è portata a 107.5 punti, la ripresa della produzione industriale che a febbraio aumenta dell’1% (su base annua) e il proseguimento della crescita dell’inflazione che ad aprile tocca l’1.8% (su base annua). Nota dolente arriva dall’OCSE dove emerge come il cuneo fiscale del nostro Paese, ovvero l’impatto delle tasse sui salari, è tra i più alti: il 48%, contro una media europea del 36%.
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